Un po’ turbata, qualche sera fa, mi sono coricata con in mente le immagini del piccolo Leo, tre giorni di vita soltanto, postato sul profilo Instagram della mamma, Chiara Ferragni, con “filtri” che lo rendevano vagamente bullo con gli occhiali da sole, bersaglio di piccole frecce che si trasformavano in cuori e, infine, con nasino e orecchiette da orsetto. Ho provato orrore per come la madre ha deciso di presentare il suo cucciolo sui social network e, di conseguenza, ai media in generale e mi sono messa a leggere, per curiosità, alcuni dei commenti arrivati a mamma Ferragni (in totale erano più di 7mila). Una metà degli intervenuti notava l’oggettiva bellezza del neonato, l’altra però era molto critica e dura nei confronti della nostra influencer, la numero uno al mondo. In sostanza dicevano: è così piccolo, lascialo stare. Non esporlo. E, soprattutto, non conciarlo così.
La tentazione di mostrare i propri bebè è molto forte nelle orgogliose mamme italiche e non solo. Ma non è giusto, a mio avviso, dare in pasto un bambino così piccolo e indifeso a un audience di quel tipo, per di più così “pagliacciato” (come scriveva un commentatore). Un conto è inviare un’immagine del genere del neonato agli zii lontani, un altro è la ribalta mediatica che l’essere il figlio della Ferragni e di Fedez porta con sé, a prescindere da eventuali fini commerciali, ancor più gravi. Cosa dirà Leo, quando sarà un po’ più grande, delle sue foto a tre giorni con simil Ray-Ban, frecce-cuoricini e fattezze da orsetto sul visetto addormentato? Mi dispiace. Quella che la stampa ci ha presentato come una manager che ormai guida un’impero da 30 milioni di euro, caso di studio ad Harvard e “trascinatrice” dell’economia italiana, si è rivelata una trentenne superficiale come tante.
E quello che è ancor peggio è che i media, almeno quelli nazionali, non hanno neppure provato ad accennare all’opportunità o meno di pubblicare quelle foto da parte sua. E no. Perché Chiara Ferragni vuol dire anche rapporti e contratti milionari con i più prestigiosi marchi della moda e del lusso, che di quotidiani e magazine sono importanti inserzionisti. E allora tutti a osannare Chiara. A scrivere pezzi “zuccherosi” sul lieto evento e sul quanto è fortunato quel piccino. La morale è sempre quella. Se sei bella e famosa nessuno ha il coraggio di dirti che forse, almeno in un caso, sei stata una madre quanto meno avventata. Ti seguivo, Chiara, perché mi occupo di moda. Ma dopo le immagini di Leo a tre giorni, ho deciso di non seguirti più, banalmente per non mettere in imbarazzo il piccolo, che non è una borsetta, una calzatura o un capo di abbigliamento da “interpretare” a favore del pubblico.