primula

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Un segno di primavera

venerdì 22 marzo 2013

Espulso

Penso che l'immagine mi rimmarrà scolpita nella memoria per sempre, come una specie di pietra miliare dell'epoca in cui Pumino era un tenero e imbelle bambino, vittima di un intestino troppo sensibile e imprevedibile. Ieri mi hanno chiamato dalla scuola materna dicendo che aveva avuto due scariche. Due scariche e uno viene espulso: deve essere la regola della scuola, perché non è la prima volta che ci chiamano dopo due evacuazioni. Deve esserci un protocollo, a cui le insegnanti si attengono scrupolosamente. A quel punto, non mi sono sentita di mandare la tata a recuperarlo. Mi sono precipitata io. Avrei voluto precipitarmi io. In realtà mi sono presentata un’ora dopo circa a causa dei tempi tecnici di spostamento. Il disciplinare della scuola prevede che si aspetti il piccolo all'ingresso. Te lo consegna una bidella e tu intanto firmi un foglio di uscita. L'immagine è di lui che scende le scale già tutto parato per l'uscita, un po' barcollante, una mano alla bidella brutta, grassa, comunicativa come un automa, l'altra che regge per i manici una busta-sacchetto di carta nera che assomiglia a una valigetta da agente di commercio di una volta. Dentro il suo fardello pesante di mutande e pantaloni caccati.

martedì 19 marzo 2013

Piccoli scampoli di felicità


Ieri sono andata a prendere i miei pupetti alle rispettive scuole. Capita di rado e quindi è stata una vera festa per loro e per me. Felicissima la Pupette che mi ha abbracciata, fatto tutta la strada dandomi la mano e chiedendomi di provarle le tabelline del 2 e del 5, nelle quali si era distinta durante le lezioni. Commuovente Pumino, che mi presentava ai compagni che gli capitavano a tiro dicendo: "Questa è la mia mammina!". Volevo portarli a mangiare la cioccolata con la panna al bar. Come facciamo nelle occasioni speciali. Ma Pupette doveva andare a danza e allora siamo passati da casa a prendere l'occorrente e ci siamo accontentati di mangiare kinder maxi con il pane bauletto sul nostro bel tavolo di cucina. Però è stato bello lo stesso perché eravano eccezionalmente insieme in ore in cui di solito ci sono nonni o tata. Piccoli scampoli di felicità.

venerdì 15 marzo 2013

Le vite degli altri


I miei bambini la sera non mangiano arrosti, lasagne o altri super piatti del genere che richiedono una lunga preparazione. Io arrivo troppo tardi e il menu è curato dal papà che, di norma, serve paste al pesto o con sughetti veloci a base di pomodorini oppure ravioli di Giovanni Rana con olio e parmigiano, a volte un risottino e per secondo abbiamo più o meno sempre la scelta tra il “trittico di casa”: salmoncino (le buste, con il prodotto affumicato), bresaolina (prezioso dono di nonno Lovi quando saliamo in valle) o formaggino (scimut o simili). Segue un frutto o il mitico yogurtino. Cose semplici e veloci. Certo, mi piacerebbe curare un po' di più l'alimentazione dei piccoli, ma si fa come si può. Però l'altro giorno, sentendo una conversazione telefonica di una mamma in treno, mi sono sentita molto meno in colpa per la mia assenza serale dai fornelli, pensando, che, tutto sommato, i miei bimbi mangiano comunque decentemente. La genitrice in questione diceva infatti all'interlocutore, presumibilmente il marito: "Sono in treno. Sto arrivando. Ma sono stanca. Quindi, prima di arrivare a casa, mi fermo da Mc Donald's e prendo delle cose per i bambini. Così gli diamo subito da mangiare e li mettiamo davanti alla televisione". Mi sono sentita come se a casa nostra, al confronto, seguissimo chissà quali regole steineriane!

lunedì 11 marzo 2013

Ma ogni tanto non può starsene zitto?


Tanto impegno per mettere su la casa nuova e lui ne rovina l'immagine in due secondi netti. E' capitato stamattina e non ho potuto farci niente. E' stato rapido e imprevedibile. Mi spiego meglio. Stamattina, appena entrato in classe, Pumino è andato dalla maestra e l'ha informata diligentemente del piccolo inconveniente che abbiamo avuto nel weekend: "Sai che a casa mia ci sono le formiche?". Sono diventata rossa di vergogna e sono solo riuscita a boffonchiare un penoso: "Sì, in effetti, le stiamo debellando!". Avrei debellato il piccolo, però.

mercoledì 6 marzo 2013

Ci prova, eccome se ci prova


Pumino non hai mai molta voglia di andare a scuola la mattina. "Oggi è un giorno di scuola?", chiede spesso sperando sia sabato o domenica e rimane deluso quando rispondo di sì. "Ancora scuola!?!", si lamenta, totalmente inconsapevole del fatto che ci si trovi all'inizio della settimana e che per arrivare al weekend ce ne manchi. Lunedì, in particolare, dopo due colpi di tosse catarrosa, ha detto con il suo bel faccino rosso di sole preso domenica sulla neve: "Non posso andare a scuola con questa tosse!!!", facendo leva sul tema "sensibile" della salute, per destare eventuali ripensamenti e sensi di colpa nella mamma. Insomma: ci ha provato. Ma niente di fatto. Ho risposto decisa: "Si può, si può andare a scuola con questa tosse!". Andando al lavoro però il retropensiero l'ho avuto: "E se mi chiamano dalla scuola dicendo che non sta bene?". Piccolo provocatore di dubbi.