Possibile che della mia vita di prima mi manchi soprattutto la location? Non sto scherzando. Alla faccia dei colleghi e dei rapporti interpersonali, del lavoro in se stesso, della professionalità e della creatività che potevo più o meno esprimere, della mia vita di prima mi manca soprattutto il fatto di non essere più tutti i giorni nel cuore di Milano. Mi manca lo sbarco a Cadorna in mezzo alla folla dei lavoratori in marcia verso l'ufficio. La sensazione di far parte di una sorta di magma umano che inesorabilmente va dove deve andare. Mi manca la pausa colazione bis da Ranieri (fra i migliori croissant della città!), dietro il teatro Dal Verme. La piazza senza auto e i tavolini delle Tre Marie, davanti alla Pinacoteca Ambrosiana. E soprattutto mi manca l'incredibile vista della Madonnina che avevo dalla finestra alle spalle della mia postazione di lavoro, al terzo piano di un palazzo storico. La bellezza e la vitalità del centro di Milano possono infliggere nostalgia. Lo mettiamo in conto. In compenso la mia nuova condizione di freelance mi fa godere maggiormente, da un lato, della mia casa, che ho scelto personalmente in ogni materiale e dettaglio, e, dall'altro, di una grande libertà di movimento. A casa mia sto bene. Mi piace quasi tutto quello che mi circonda. Anche se percepisco con un certo disappunto che ci sarebbero un po' di lavori e sistemazioni da fare. Quelli ci sono sempre e puntualmente vengono rimandati a tempi migliori. (Da quanto tempo vorrei mettere a posto con un criterio plausibile le due librerie di casa?). Però, dai, casa è casa, con tutti i suoi comfort. Quando invece vago per Milano, fiera del mio nuovo nomadismo lavorativo, per la prima volta nella mia vita, me la prendo comoda. Parto con un certo anticipo. Cosa mai fatta. Quando lavoravo al giornale lasciavo la redazione per un evento o una conferenza stampa già in ritardo e trafelata, con nelle orecchie la frase della capo servizio: "Non metterci le tende là dove vai". Ora, nel piacere del mio tempo ritrovato, ne approfitto per vagabondare un po' ed esplorare le zone di Milano in cui sono approdata. Recentemente ho bazzicato Porta Nuova e corso Como, trovandole particolarmente affascinanti e stimolanti. Consiglio di entrare nell'Illy Caffè di piazza Gae Aulenti e sedersi nella sala dopo il bancone, magari gustando un ottimo cappuccino. Da un lato, quello verso l'ingresso, si vedranno i grattacieli della piazza con l'Unicredit Tower in prima linea, dall'altro, quello verso il fondo, tipiche case della Vecchia Milano: una commistione fra presente e passato molto suggestiva. Un vero piacere per gli occhi e per lo spirito. Ah... (grande sospiro ispirato)… Solo la bellezza dei posti che ci accolgono ci salverà!
primula
Un segno di primavera
mercoledì 22 marzo 2017
giovedì 16 marzo 2017
Mosse da grandi passioni
Mi piacciono e mi ispirano le donne che hanno avuto il coraggio e la forza di orientare il loro percorso, in base alle loro inclinazioni più vere. Ne conosco diverse e tutte mi sembrano di grande intelligenza e personalità. C'è, ad esempio, l'allenatrice di Patu. Pare abbia una cartoleria di famiglia, in cui lavora rispettando dei turni, ma ha una passione incredibile per il minibasket, a cui non ha assolutamente rinunciato, pur avendo - questo l'ho scoperto di recente e mi ha sconvolto - quattro figli delle più svariate età, da seguire. E' un piacere vederla in palestra. Comunica competenza, solidità e rigore. Sa sgridare, spronare e lodare. Durante l'allenamento improvvisamente scivola a terra sulle ginocchia con le braccia alzate, sembra che chieda a un plotone di soldati di non essere fucilata. In realtà, assume quella posizione di resa per permettere ai bambini di averla come avversaria e incoraggiarli a fare cambio di mano e di direzione. Non si risparmia. Nel weekend organizza con un giro di WhatsApp partite supplementari per far giocare tutti, così da quella di campionato soltanto si arriva anche a tre/quattro match in due giorni, alcuni dei quali in trasferta. Come farà questa donna? A muoverla è sicuramente la grande passione per quello che fa. Forse il pensiero che lo sport, la fatica e le regole formino i ragazzini. Non lo so. Ha una forza fuori dal comune.
martedì 14 marzo 2017
Polpa per il cloro
Primi sintomi di smarrimento. Ieri ero alla lezione di aquagym e ho avuto il primo piccolo insidioso sentimento di inutilità della mia nuova vita, con molti meno impegni e corse rispetto alla precedente. Me ne stavo immersa nella piscina durante la lezione di aquagym (perché adesso vado ad aquagym, tre volte alla settimana, alle 12.45!!!), saltellavo su un piede e poi sull'altro, con le braccia sospese sopra la testa in movimento (avete presente la scena di Harry ti presento Sally, in cui Meg Ryan saltella, pure lei smarrita, in palestra?), e mi sono sentita estranea alla mia stessa vita. Cosa ci faccio io qui a ballonzolare nell'acqua a mezzogiorno, quando il mondo corre veloce e la metropoli là fuori mi chiama, per dare il mio contributo di fatica e sudore alla realizzazione di non si sa quale obiettivo titanico e salvifico. Mi sembra una colpa fare una cosa solo per me e per il piacere di farla. Quanto ci condizionano i vissuti precedenti, i retaggi culturali, gli esempi visti in famiglia? Devi produrre. Sempre e comunque. Se no, non sei nulla. Solo polpa, tanta, per il cloro. Superpiccoly continua a combattere, dentro e fuori dall'acqua.
mercoledì 8 marzo 2017
8 marzo e sciopero della sanità, dei trasporti e della scuola
8 marzo e sciopero della sanità, dei trasporti e della scuola: non è una buona notizia per le donne. Non mi piacciono i discorsi triti e ritriti sul ruolo della donna che vengono fatti in questa occasione. Vorrei solo scrivere che servizi decenti in fatto di sanità, trasporti e scuola aiuterebbero parecchio la causa. Se le donne devono affermarsi sul lavoro, ma anche combattere con il centralino del centro unico di prenotazione delle visite mediche, perdere ore inutili sulle banchine di qualche stazione dimenticata da Dio senza un treno che passi e avere i figli fuori dalla scuola prima dell'orario consueto, è dura.
giovedì 2 marzo 2017
Primo giorno a casa
Ieri, primo marzo, è stato il mio primo giorno senza lavoro, trascorso per fortuna senza noia e indulgenze alla casalinghitudine: un atteggiamento che mi fa orrore. Almeno finora ho sempre odiato le madri dalla vita vuota, oltre il raggio ristretto della casa e della famiglia. Quelle che sono contente di andare a comprare il pane fresco e di fare capannello con due o tre simili fuori dalla scuola dei figli, qualche pettegolezzo vacuo e via. La mia vita non sarà così. Magari non produrrò mai più reddito, ma le mie giornate saranno immensamente più ricche: lo prometto. Leggerò tanti libri, approfondirò l'inglese e scriverò… Che meraviglia: ho sempre sognato farlo in questi 15 anni di lavoro full time e over time (si può dire così?)… Ma perché allora dovrei aver paura della casalinghitudine e delle mamme povere di spirito?… Boh… Ieri sono uscita praticamente alla stessa ora di sempre. Solo un treno dopo: alle 9 invece che alle 8.50. Ho avuto un incontro che potremo definire di lavoro se effettivamente in lavoro si trasformerà e poi sono andata in una tipografia a definire la grafica e i contenuti dei miei nuovi biglietti da visita: un'attività che mia ha molto stimolata e intrattenuta anche nel pomeriggio, quando a casa con i miei figli abbiamo valutato le bozze che ci ha mandato il tipografo via mail. La sera ho frequentato un corso, di cui magari vi racconterò dettagliatamente in seguito, a cui mi sono iscritta piuttosto impulsivamente. Della serie: presto sarò a casa, attacchiamoci al primo corso in partenza per dare un senso a questa nuova fase della mia vita e non finire come quelle felici di prendere il pane fresco e fare la battuta scema fuori dalla scuola dei figli. Bambini e ragazzi che forse le detestano pure perché - a fronte di oggettivi vantaggi e comodità nell'averle a casa - percepiscono che le madri riversano su di loro aspettative che in realtà sono personali e non si sa per quale motivo vi abbiano precocemente rinunciato a favore dei figli. E fate qualcosa voi in prima persona! In realtà questo è un argomento assai spinoso. Alla prossima!
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