primula

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Un segno di primavera

venerdì 20 aprile 2012

Le domande di Pumino viaggiatore

Stamattina, durante la lauta colazione con "biscotti tanti", cercavo di preparare e motivare Pumino al viaggio che faremo, considerato anche che il piccolo è convinto di partire per Berlino (nostra meta precedentemente ipotizzata e poi scartata) e invece si ritroverà ad Alghero e dintorni: non proprio la stessa cosa. A Berlino - ci siamo detti - andremo magari l'anno prossimo, quando Pumino non avrà più il pannolino: il perché di questo discrimine fra meta "patellata" e meta "non patellata" vallo a capire ma comunque... A Pumino innanzitutto ho detto che prenderemo l'aereo (entusiasmo dipinto sul volto del bimbo) e che vedremo tante cose e nell'elencarle sono andata sulle più ovvie e sicure, in modo da non deluderlo poi: il mare, la sabbia, il porto con le barchette, le pecore (vera icona sarda), magari i cavalli... Ma lui giocava al rialzo: "I coccodrilli? Li vediamo i coccodrilli?". Non credo, amore, anche se forse, se continua a piovere così... "Le giraffe? Le vediamo le giraffe?". Va bene, ho capito, l'anno prossimo, senza pannolino, magari pensiamo pure alla Namibia!

giovedì 19 aprile 2012

Libertà d'azione

Per lavoro scrivo su un giornale e questo non è male. Ma vuoi mettere la libertà totale che ti consente un blog! E' una forma di espressione davvero senza mediazioni. Tu scrivi quello che vuoi, organizzi testo e immagini come credi, senza condizionamento alcuno, e chi lo desidera ti legge. Mi piace molto questa modalità così diretta. Una mia amica si è inventata un blog in cui segnala le svendite nell'ambito del design e dell'arredo e in occasione del Salone del Mobile pubblica pure reportage, frutto dei suoi itinerari tra gli eventi e gli allestimenti della kermesse milanese attualmente in corso. Divertente, no? Mi piacerebbe realizzare servizi simili. Aggirarmi con macchina digitale al seguito e voglia di documentare quello che vedo e mi colpisce. Ma il mio lavoro è decisamente più strutturato. C'è una redazione, un direttore, un editore e uffici stampa con cui collaboriamo. Non potrei mai godere della stessa libertà d'azione... Tranne... Tranne quando si va in vacanza e considerato che domenica me ne parto con la mia bella famigliola aspettatevi un ampio reportage fotografico e non dalla Sardegna nord-occidentale... Con la mia piccola Nikon compatta ho intenzione di immortalare tutto quello che vedremo! Bimbi permettendo.

martedì 17 aprile 2012

In una notte di temporale


Con la Pupette andiamo spesso a prendere dei libretti in biblioteca, per leggerli la sera prima di dormire. Tra le molte storie per bambini che approcciamo, ogni tanto ce ne capita qualcuna davvero bella e speciale. E' il caso di "In una notte di temporale" di Yuichi Kimura, Salani Editore. Si narra, in modo appassionante e ricco di suspense, di un lupo e di una capretta che, in una notte di temporale, si rifugiano in una capanna abbandonata alle pendici di una collina. La perturbazione infuria, la pioggia scroscia, nel rifugio il buio è totale e i due animali non riconoscono l'uno l'identità dell'altro... La storia rimane sospesa e aperta e assume il valore di una parabola delicata e profonda sulla diversità e l'amicizia. Davvero bella e speciale.

lunedì 16 aprile 2012

Tra tuffi ed esperimenti

Per sopravvivere a una domenica in cui la pioggia non ha dato tregua (se non alle 18 quando ormai che fai...), ieri ci siamo inventati di andare in piscina la mattina e di fare alcuni esperimenti, tratti da un libro di scienze per bambini, il pomeriggio. La piscina ha subito scatenato l'entusiasmo di "argento vivo" Pupette (meno male abbiamo trovato un luogo dove la ragazza potesse sfogarsi e stancarsi a puntino!) mentre Pumino, essendo alla sua prima esperienza, in parte era eletrizzato per effetto indotto dalla sorella, in parte era molto curioso e guardingo, soprattutto al momento di addentrarsi negli spogliatoi, svestirsi e mettersi il costumino (quello contenitivo con il pannolino sotto, non si sa mai) e procedere verso le vasche. Superato il primo momento di ambientamento, i due si sono scatenati: Pupette scendendo a ripetizione dallo scivolo e facendo tuffi da bordo vasca, Pumino, dopo aver accettato che lo scivolo era per "bimbi grandi", solo issandosi a bordo vasca e lanciandosi verso la mamma a mollo, cui si avvinghiava modello cozza allo scoglio. Il papà, neanche a dirlo, nuotava nella piscina seria e macinava vasche dopo vasche, non fermandosi neppure ai "Papà, guardami!" dei figli. Per fortuna i piccoli non ci rimanevano male. Anzi, Pumino notava con stupore e ammirazione: "Oh... Come nuota bene il mio papà!". Gli esperimenti pomeridiani sono consistiti invece nell'ordine: nel rimuovere l'ossido di rame dalle monetine da uno, due e cinque centesimi immergendole nel succo di limone; nel sollevare piccoli pezzetti di carta grazie a un pettine eletrizzato e, infine, nel realizzare una specie di telefono unendo due bicchierini di plastica con uno spago. Nel cercare il materiale per il lab allestito in cucina è staltata fuori una trombetta per compleanni, di quelle che si srotolano e riarrotolano soffiandoci dentro, oltre a emettere il classico e sgradevole suono da festicciola molesta. Pumino se ne è subito impossessato e non l'ha mollata più: per lui la trombetta ha rappresentato l'acme dei prodigi della scienza e della tecnica. E trombettando allegramente abbiamo trascorso la restante parte della bigia domenica.

venerdì 13 aprile 2012

La situazione italiana spiegata a un americano (ma potrebbe essere anche un bambino)

Oggi ho deciso di pubblicare l'editoriale di Mario Sechi su Il Tempo. Il direttore del quotidiano romano spiega (o finge di spiegare, più probabile, ma non è detto) la situazione attuale del nostro Paese a un amico americano, ma per la chiarezza e la gradevolezza espositiva il pezzo potrebbe essere utile anche per dare risposte ai bambini, qualora chiedessero lumi su Kooly Noody, Ruby Rubacuori and friends e lo scatafascio cui ci tocca assistere.


Ho pranzato con un amico americano. Poco prima di addentare lo spaghetto mi ha chiesto: «Cosa sta succedendo oggi in Italia?». Vuoi proprio saperlo? Lui, senza il minimo dubbio: «Certo, voglio capire». John, il Paese nei prossimi mesi pagherà una pioggia di tasse, la nostra pressione fiscale è al 45 per cento… «Really? Davvero? Da noi negli Stati Uniti è in media del 25 per cento». Sì, ma da noi le tasse le pagano i soliti noti, c’è un’alta evasione e il governo per far quadrare i conti spreme il contribuente. «Ma deprimerà la crescita, questo lo sanno tutti gli economisti». Alzare le tasse è la via più facile. «Well, Mario, da noi si abbassano le tasse per favorire l’impresa e manovriamo sul cambio del dollaro per aiutare l’export». John, qui siamo in Europa, la nostra moneta unica non può oscillare, i tedeschi governano la Bce. «Good, so cosa fanno a Berlino, io voglio capire cosa fanno gli italiani». Lo spaghetto s’è sfreddato. John, qui siamo in recessione, il Prodotto interno lordo è sotto zero, il governo ha fatto bene all’esordio ma ora è impantanato sui provvedimenti per la crescita, mentre Berlino gioca a strangolino con gli altri Paesi e poi l’Italia ha problemi gravi. «What? Vedo che vivete bene». Non farti ingannare dalla "bella vita", qui ce la caviamo finché c’è il tesoretto delle famiglie, ma la disoccupazione galoppa e i giovani sono alla canna del gas. «That’s incredible. Da noi i repubblicani sono in crisi, ma Obama ce la sta mettendo tutta e la Fed inietta liquidità quando serve». Noi abbiamo la Bce a Francoforte, non c’è trippa per gatti. E poi in Italia ci sono non due, ma tanti partiti e hanno problemi con la giustizia. «Corruption, yes, ho letto del vostro Silvio». John, Berlusconi era l’alibi per tutti, ora non è più a Palazzo Chigi da mesi, ma i partiti sono al minimo storico di consenso. Hanno rimborsi elettorali da centinaia e centinaia di milioni di euro e i tesorieri dei partiti spendono quei fondi senza controllo. Un leader di un partito che urlava «Roma ladrona» si faceva pagare i conti di famiglia con i soldi pubblici, il suo tesoriere li investiva illegalmente in Tanzania. «Shit...Tanzania!»... e un tesoriere della sinistra antiberlusconiana usava i soldi del partito per i suoi viaggi, pranzi e investimenti immobiliari in Canada. «Mario, ma il popolo può votare e... change! Cambia». Qui non c’è hope, la speranza di mandare uno come Obama a Palazzo Chigi. La competizione elettorale dentro i partiti non esiste. I parlamentari sono nominati. «Ma ho letto che il vostro Partito democratico fa le primarie…». Non sono regolate come le vostre, qui non esistono elettori registrati, anche le primarie si possono truccare. È il Far West. «Mario, sorry but… ho letto che Monti sta facendo bene». Monti ci sta provando, ma ha imboccato una strada pericolosa. Sai, credo sia troppo… "tedesco". Queste tasse uccidono lo sviluppo. Volevano metterne una anche sugli sms, i messaggi dei telefonini, poi ieri hanno fatto retromarcia. «Text Message Tax, terrible! Eppure avete gente in gamba. Il vostro Sergio Marchionne ha salvato la Chrysler, gli operai a Detroit lo considerano un salvatore». A Detroit, John, a Detroit. Se vai a Pomigliano d'Arco tira un’altra aria. Qui è un nemico pubblico perché ha detto che la Fiat è una multinazionale e produce dove conviene. «Oh my God, ma ha detto una cosa vera!». Appunto, l’Italia non ama sentirsi dire la verità. «Mario, ma questa è la patria di Leonardo, Dante, Machiavelli, Meucci, Fermi. Avete forgiato la cultura occidentale e dato lustro alla scienza e all’industria». Amico americano, questo è il passato. Qui abbiamo imprenditori che si uccidono, partiti kamikaze, il Parlamento più caro d’Europa, il terzo debito pubblico del mondo. «My Italian friend, stop… Mangiamo lo spaghetto. I understand, tra poco qui da voi in Italia scoppia tutto».

mercoledì 11 aprile 2012

Spirito di gruppo

Incredibile. A soli due anni e cinque mesi i bimbi sono in grado di sviluppare qualcosa di molto simile allo spirito di gruppo. Ne ho le prove: durante le vacanze di Pasqua, Pumino si è svegliato un paio di volte la mattina dicendo come prima cosa della giornata "Al mio nido facciamo: grrrrr!" ed emettendo un suono tra lo spaventoso e l'intimidatorio. Il bimbo mostrava di essere particolarmente fiero di far parte di una cricca così unita e spavalda, che del lupo (e della paura) si fa beffe, unendo le voci in un grido bestiale. Mi sono venuti in mente i giocatori di rugby e le loro danze motivazionali e propiziatorie e ho visto nel mio dolce Pumino un All Blacks in pectore!

martedì 10 aprile 2012

Un cucciolo in affido

Li ho visti su un grande manifesto affisso nei pressi della stazioncina delle Nord da cui parto ogni mattina. Neri o color champagne avevano larghi crani e zampe poderose. Sono i cuccioli di Labrador o Golden Retriever che vengono allevati e addestrati da una onlus dei Lions per poi essere affiancati ai non vedenti. La pubblicità recitava "Voi aiutarmi a crescere?" e lì per lì ho pensato si trattasse di un invito a fare una donazione. Ma poi, leggendo oltre, ho scoperto che questi meravigliosi cani si possono avere in affido per un periodo di circa otto mesi. Pare infatti che, dopo lo svezzamento, sia utile inserirli in una famiglia perché possano socializzare ed essere educati fino all'età scolare (proprio così, età scolare, è scritto nel sito dell'associazione, che ho subito sbirciato), quando devono ritornare al centro per essere addestrati. Fantastico! Ho pensato subito alla Pupette, il cui più grande desiderio è avere un cucciolo, e a nonno Lovi che glielo ha mezzo promesso per quando finisce la scuola e si va in montagna. Ma potrebbe essere un'esperienza "sostenibile" o di sicuro "strappa cuore", da cui noi, animi sensibili, potremmo non riprendeci più? Gestire un cucciolo nel pieno della sua esuberanza e baldanza, affezionarcisi all'inverosimile (nonostante tutto quello che ti combina!) e poi una volta diventato uno di famiglia, vederselo portare via, seppur per una buona causa? Dobbiamo pensarci. Certo il manifesto era molto invitante... Se lo vedesse la Pupette... Io stessa non riesco a non pensare alla simpatia e al vigore di quelle splendide creature! E a quanto sia stata bella la mia infanzia col Pippo, intelligentissimo compagno di giochi e di studi (si metteva infatti sotto la scrivania a sbuffare se i compiti si protraevano e le nozioni erano eccessive!) a quattro zampe.

martedì 3 aprile 2012

Quando siamo presi siamo presi!

Pumino è diventato davvero un ometto negli ultimi tempi. Il suo eloquio e il suo modo di relazionarsi e giocare sono quasi da bambino della materna. Nel giro di poche settimane ci siamo trovati davanti una creatura completamente diversa. Più grande ed evoluta. Solo un aspetto lo tiene legato al mondo dei neonati: l'utilizzo del pannolino. Ancora bisogna metterlo sul fasciatoio (da cui eccedono completamente le gambe) e cambiarlo. Pesa un sacco e spesso si dimena alla ricerca dei suoi giochini ed è una vera faticaccia metterlo sotto il getto dell'acqua del lavello. Non sarebbe male superare anche questa fase (anche se so che poi un po' la rimpiangerei, da brava mamma chioccia!). Comunque sia, con le educatrici ci siamo confrontate sui tempi di "svezzamento" ma abbiamo concluso che Pumino ancora non mostra interesse per il vasino. Al nido vede i compagni già avvezzi all'uso ma a lui questo dispositivo non dice granché. A casa lo abbiamo ripescato dalla cantina e sistemato in bagno. Ma al di là della curiosità destata dalla forma di ippopotamo, non ha sortito nessun effetto: Pumino continua a farsela addosso, non comunica l'avvenuta deiezione e se glielo chiedi esplicitamente ("Hai fatto la cacca?") nega spudoratamente. Ha infatti paura di essere prelevato e portato a cambiare, sottraendolo alle importantissime attività a cui è intento in quel momento. Le educatrici hanno confermato: è difficilissimo farlo staccare dai giochi che sta facendo. La stessa cosa la dicevano della Pupette: deve essere una caratteristica genetica che riguarda tutta la famiglia o almeno una sua parte che mi sembra di riconoscere. Quando siamo presi da una cosa non molliamo neanche...

lunedì 2 aprile 2012

Cose speciali

Quando andiamo in montagna facciamo sempre delle cose speciali... Quando è bel tempo, come il weekend scorso, stiamo il più possibile all'aperto, in giardino, dove i bambini si divertono un sacco a giocare nella loro casetta di legno, facendo piste per le macchinine con le assi recuperate dal nonno, con la corda, il cerchio, le biciclette, le bacche, i fiori, le nocciole e tutto quello che trovano. Quando andiamo in montagna ritroviamo i nostri parenti e organizziamo di mangiare all'aperto tutti insieme: polenta, salsiccetta, salame e formaggi. I bambini giocano tra loro. Non rompono le scatole, felici di confrontarsi in uno spazio in cui si sentono liberi e sicuri di sperimentare e immaginare. Quando andiamo in montagna, per comodità e per dormire di più la mattina, preparo i bambini per la nanna e li piazzo nel lettone, dicendo loro di stare bravi e aspettare la mamma, anche se in genere sono sempre eccitati dal fatto di dormire insieme e proprio bravi non sono (questa volta una macchinina di Patato ha colpito Pupette sulla fronte e tutti i mezzi sono stati sequestrati dal papà). Poi, spenta la luce, mi infilo in mezzo a loro e, avvinghiati, ci addormentiamo stanchi morti. Dormiamo come papi fino a quando i raggi del sole che filtrano dalla tenda scura non ci svegliano, annunciando un'altra emozionante giornata.