Dal racconto della Tata
Lu emerge che nel pomeriggio di ieri è accaduto quanto segue:
- Dopo aver accompagnato
la Pupette a danza, la Tata Lu si rivolge a Pumino dicendogli: "E adesso
tu dove vuoi andare?". Il piccolo risponde manfrone: "Dai che lo
sai!" (intendendo la casa della tata)
- Nell'appartamento della
stessa alla domanda se gradisce ancora qualcosa dopo l'abbondante merenda con
focaccia, panino e mortadella pretende e mangia latte e biscotti
- A un certo punto domanda a sorpresa alla Tata Lu: "Ma tu stai bene con me?"
- Invitato a preparasi
per tornare a casa sua risponde: "Non ci penso neanche!".
No comment.
primula
Un segno di primavera
giovedì 18 ottobre 2012
mercoledì 17 ottobre 2012
La maglietta dipinta
Scambio serale con
Pumino.
"Ciao, come è andata la festa alla scuola materna stamattina?"
"Bene".
"Hai mangiato le castagne?".
"Sì, tantissime. Tante così!" (mostra le cinque dita della manina)
"E questa bella maglietta che hai portato a casa?" (T-shirt dipinta con le impronte delle manine di Pumino e scritta "Dammi la mano e camminiamo insieme")
Alza il visetto e con aria distinta, di chi la sa lunga, dice: "E' di benvenuto!"
"Ciao, come è andata la festa alla scuola materna stamattina?"
"Bene".
"Hai mangiato le castagne?".
"Sì, tantissime. Tante così!" (mostra le cinque dita della manina)
"E questa bella maglietta che hai portato a casa?" (T-shirt dipinta con le impronte delle manine di Pumino e scritta "Dammi la mano e camminiamo insieme")
Alza il visetto e con aria distinta, di chi la sa lunga, dice: "E' di benvenuto!"
martedì 16 ottobre 2012
Work in progress
Mancano pochi giorni all'inizio dei lavori di
ristrutturazione della nuova casa e siamo in piena fase di work in progress
nella scelta degli interventi e dei materiali. Il nodo più grosso da sciogliere
è la cucina: quali pareti attrezziamo e dove mettiamo invece il tavolo? Ancora
non abbiamo lumi dal nostro mobiliere di fiducia (?), che pare debba pure
partire nei prossimi giorni per fare una corsa in Olanda (?) e io mi sa che lo
mollo e vado allo store della Scavolini in centro a Milano, dove mi sembrano
decisamente più focalizzati sui risultati (vendere cucine invece di partecipare
a gare podistiche). Comunque per tranquillizzarmi passo a elencare i punti
fermi raggiunti (con estrema difficoltà, lo sapete, considerata la mia scarsa
propensione alla decisione finale e alla mole di idee e suggestioni da cui ero
partita, grazie alla quantità imbarazzante di riviste sulla casa acquistate e
consultate come testi sacri nell'ultimo anno). Il bagno sotto (padronale ma piccolo a causa
dell'allargamento della cucina) dovrebbe venire nelle mie speranze come quello
ritratto qua sopra. Certo più piccolo e non con le travi a vista e la mensola
dietro ai sanitari. Ma l'effetto più o meno dovrebbe essere quello. Ho scelto
anche porte e serramenti. Total white ma con la venatura del legno, perché è
difficile rinunciare del tutto al rassicurante e caldo materiale della
tradizione. Per le maniglie ho scelto il modello Petra, perché mi piaceva il
design ma anche il nome (Pumino al femminile). Ho deciso infatti di fare
ricorso in ultima istanza al nome, qualora mi capiti ancora di trovarmi
completamente paralizzata, nell'imbarazzo più totale su cosa selezionare, nei
pellegrinaggi del sabato mattina nelle showroom. Quale è il nome che mi piace di più? Ma certo Petra! E mi tolgo dall'impaccio.
lunedì 15 ottobre 2012
I settant'anni della zia Isa
Ieri abbiamo festeggiato i settant'anni della zia Isa, la
sorella maggiore di mio padre. Ma ancora faccio fatica a credere che sia
arrivata a questo importante compleanno. Mi sembra ieri (ma ahimè non è così)
che io ero una bimba delle elementari che frequentava casa sua e i suoi tre
figli miei coetanei. Lei era pure la mia maestra (in prima e seconda) e
capitava che, appena teminata la scuola, andassi a casa sua a mangiare. Ricordo
la pasta condita con burro fresco e tanto parmigiano. Molto asciutta (gli
spaghetti si aggrovigliavano in una matassa inestricabile) ma gradevole, quando
si aveva fame. Allora lei era una giovane mamma e insegnante, due lavori che le
piacevano moltissimo, perché - come spiegò una volta - non c'è niente di meglio
che vedere il faccino di un bambino che si illumina quando ha afferrato un
nuovo concetto o ha imparato qualcosa di nuovo. Vedi la scintilla che scocca e
la soddisfazione pura dipinta sul suo visetto ed è davvero un piccolo miracolo.
Condivido zia Isa.
mercoledì 10 ottobre 2012
Siamo tutti uguali? Forse solo agli occhi di Dio... Sulla terra non è così...
Un blog
servirà pure ogni tanto a togliersi qualche sassolino dalle scarpe... Ieri sera
alla scuola della Pupette preside e docenti illustravano programmi e iniziative
dell'anno in corso. L'esposizione dei vari insegnanti è stata preceduta dal
cappello introduttivo della dirigente, che più che un cappello è parso un
sobrero, tanto era lungo e accorato. L'ennesima concionata della predicatrice
mancata. Che già è prolissa nelle circolari figuriamoci dal vivo. Belle parole
si capisce. Ha parlato di gioia, di condivisione, di valori cristiani e
salesiani, di crescita umana... Bello, bello, bello... Se non fosse che alle
belle parole non sempre seguono i fatti... Nemmeno nelle scuole cattoliche...
Come mai, volevo alzare la manina e buttare fuori tutte le mie perplessità, nella
formazione delle classi lo scorso anno sono stati assegnati alla maestra più
ambita (in base alle chiacchiere delle mammacce, sempre fuori dalla scuola a
scambiarsi pettegolezzi) i figli delle più note e benestanti famiglie del
paese? La cosa è smaccata. Da una parte i migliori nomi (si fa per dire!) della
comunità, dall'altra sconosciuti e dei paesi limitrofi. Forse agli occhi di Dio
siamo tutti uguali, ma sulla terra ancora non è così... Va bene lo stesso, si
capisce (Pupette dovrà confrontasi meno con happy few griffati e accessoriati), ma non mi raccontino la storiella dell'uguaglianza... E soprattutto non si
dilunghino con queste concionate quando sono le 20, sei stanca e affamata e non
aspetti altro di tornare finalmente a casa dai tuoi figli.
martedì 9 ottobre 2012
La gita - parte 2
La messa è finita. I bambini (e non solo) hanno fame e non vedono l'ora di trafugare dagli zainetti sandwich, succhi e altre schifezze della loro dotazione "pranzo al sacco". Si cerca il luogo più adatto. C'è un'area all'aperto con dei tavoloni. Si prende posto. Ma ben presto ci si accorge che i cibi estratti attirano anche schiami di api e vespe. Siamo in mezzo alla campagna. I bimbi si agitano e cercano di respingere gli assalti. Pupette in controtendenza mantiene la calma e spiega ad alcuni compagni che è meglio non reagire e fare finta di niente, "se no quelle pungono di più". Che saggezza la mia Pupette! Saranno i nostri trascorsi in montagna e i nostri pasti en plain air in giardino? Un paio di bambini vengono punti e non vi dico che panico mi prende quando uno di questi perde i sensi fra le braccia della maestra. Mi metto a chiedere in giro se tra i gitanti c'è un medico. Ma per fortuna non si tratta di choc anafilattico ma di pura suggestione ed emozione. E' il momento dei giochi. Do una mano alle insegnanti nel predisporre per il tiro alla fune e mi perdo la Pupette che è nel gruppo che sta praticando un'altra attività. Mannaggia! Ma poi finalmente la vedo giocare. Entusiasta, gioiosa e inesauribile come solo lei sa essere. Però è anche giudiziosa. Segue le regole e la sua pure insauribile insegnante (ma come avrà fatto a non mollarli mai neanche un secondo!) come fosse Il verbo. Quella con i genitori poi deve essere la gita più difficile per le insegnanti. All'attenzione costante ai bambini devono aggiungre quella meno pressante ma altrettanto impegnativa agli adulti. Ci sono degli esemplari poi. Il papà di M., ad esempio, a un certo punto si mette lungo disteso in terra nel piazzale antistante la chiesa dove si svolgono i giochi. Gambe lunghe accavallate con gli stivaletti a punta in primo piano, la testa appoggiata sullo zaino. Due bambine nel vederlo commentano pettegole: "Hai visto come si è messo il papà di M.?". Guarda se si può andare in gita con i figli e fare 'ste figure... Ma anche con gli altri genitori della classe della Pupette non mi trovo un granché. Al negozio di souvenir comprano rosari in scatoline kitch a forma di rosa o improbabili angeli da mettere nelle case al mare... Roba che nanche sotto tortura introdurrei a casa mia! Eppure sul pullman il livello generale dei genitori della scuola mi era sembrato alto. Ero circondata da interpreti/traduttrici, manager e professionisti, con cui era stato anche piacevole chiacchierare. Mi sono convinta che nella formazione della classe della Pupette ci sia stata lo scorso anno un'incredibile concentrazione di bif (sta per bifolchi), a tutto vantaggio dell'altra sezione, che - solo per mettere un po' di fumo negli occhi - hanno chiamato B. Noi saremmo la A!?! Ma avete visto che truzzi?!?
lunedì 8 ottobre 2012
La gita - parte 1
Venerdì
ho partecipato alla gita di apertura dell'anno scolastico dell'istituto della
Pupette. Non era obbligatorio che i genitori andassero al seguito dei figli.
Erano solo invitati. Tuttavia, poiché non ho mai modo di entrare in contatto
con la scuola della ragazza (non la porto e non la ritiro), ho pensato di
depauperare ulteriormente il mio inesistente patrimonio di giorni di ferie (-7
giorni o giù di lì) pur di non mancare l'occasione. Come al solito siamo arrivate
all'appuntamento davanti alla scuola un po' in affanno. Ma ormai siamo rodate.
Freniamo e saltiamo giù dalla bicicletta praticamente al volo. Pupette schizza
dentro l'edificio scolastico alla ricerca della sua maestra. Io adocchio il
pullman dei genitori e mi ci piazzo. Un paio d'ore di requie. Se non fosse che
nell'ultima parte del viaggio la strada è una rotonda unica e un salire in
collina tra curve continue. Incautamente mando un sms di servizio alla Tata Lu (siamo in gita, ritirare solo Pumino!) e mi prende una nausea da temere il peggio. Pensa che figura
se vomito davanti alla teacher di inglese (che fa da capo-pullman) come una bimba alla sua prima gita - mi dico - e mi costringo
a seguire la strada con lo sguardo per evitare la debacle. Penso anche alla
Pupette. Come starà la piccola? Non le ho dato neppure i braccialetti
anti-vomito nella partenza a razzo della mattina. Finalmente sbarchiamo.
Pupette è un po' provata ma se l'è cavata anche lei. Tappa al wc. Poi
ci aspettano in chiesa per la messa. Bellissimo l'interno. Non ho mai visto una
chiesa così. Con un'unica navata tutta foderata di legno. Sembra un po' di
essere all'interno della stiva di una grande nave oppure in un enorme ventre di
animale. Suggestivo. Inizio a pensare a come potrei ristrutturare casa
rifacendomi a questa notevole architettura. Che idee! La seconda parte della gita domani.
Ora ho esaurito il tempo. E poi così c'è più suspence.
giovedì 4 ottobre 2012
Potenziamento delle competenze genitoriali a chi?
L'altro giorno alla scuola materna di Pumino mi è stato consegnato dalla maestra un questionario "di raccolta dei bisogni e delle aspettative" di un certo progetto In Meta - Percorsi di potenziamento delle competenze genitoriali. Ma che percorsi e percorsi - mi sono detta io - se in questo modo di vivere di oggi non c'è neanche il tempo per stare un po' con i propri figli! Personalmente mi rimangono solo un paio di ore la sera e che faccio? Esco per seguire il corso per migliorare le mie competenze di genitrice? Mi sembra assurdo e l'ho scritto nero su bianco sul modulo: "Lavoriamo entrambi tutto il giorno e il tempo libero (poco) lo trascorriamo con i nostri figli. Pertanto non ci è possibile partecipare a corsi di potenziamento delle competenze genitoriali. In ogni caso, l'unico tema che mi sembrerebbe interessante affrontare è quello della conciliazione lavoro-famiglia e di quanto poco si faccia in in Italia a favore della famiglia, al livello di flessibilità e servizi". Sembrerò polemica e poco collaborativa al cospetto delle insegnanti, a cui lo devo riconsegnare?
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