Arrivata al teatro dove si teneva la recita della Pupette
con 15 minuti di ritardo soltanto (avendo avuto cura di bypassare le Nord, in
tilt in questi giorni per il nuovo software che regola i turni del personale!) ho
trovato Pumino e il papà nel foyer già in sofferenza perché non avevano trovato
posto per sedersi. "Noi andiamo a casa", mi dicono. "Ma
aspettate almeno il pezzo dove c'è la Pupette!", dico io. Niente da fare i
due se la svignano, saltando la recita, i canti, i ringraziamenti infiniti
della preside al termine della rappresentazione, la pizzata nel salone della
scuola, lo scambio di futili chiacchiere con gli altri genitori e tutto il
resto. Rincasati pare che il piccolo abbia confidato al padre con grande
complicità: "Per fortuna che siamo tornati a casa. Io mi annoiavo alla
recita della Pupette!". Tale padre, tale figlio... Ma conosco anche un
nonno, nell'altro ramo della famiglia, per la verità, che ancora oggi racconta in
giro la sofferenza di presenziare ai miei saggi di ginnastica artistica quando ero bambina! Potenza dei geni.
Ciao!
RispondiEliminaPer sapere cosa combini ogni tanto vengo a leggere il tuo blog...
Tanto di vedersi non se ne parla...
Baci