Pumino ha due anni e mezzo e la sua educatrice del nido
Sabrina sostiene che sia pronto a togliere il pannolino e a servirsi del
vasino. Pare infatti che in comunità faccia regolarmente pipì dove deve negli appuntamenti in bagno
che scandiscono la giornata. Chi non è pronto fino in fondo siamo noi, la sua
famiglia. In questa prima fase di transizione bisognerebbe infatti propogli il
mini-w.c. a forma di ippopotamo ogni 20 minuti circa e non tutte le persone che
si occupano del piccolo nelle ore successive all’uscita dal nido sono
perfettamente motivate e allineate in questa task force. La tata è stata
avvertita: ma si ricorderà di fare la tappa-vasino a casa prima di portare i bimbi
al parco e di ritornare alla carica quando rientrano? Il papà, in servizio attivo con i
ragazzi dalle 18 alle 19.30, sarà attento alla nuova esigenza o “si romperà le
palle”, preferendo ai pellegrinaggi in bagno la ginnastica sul tappetino in
soggiorno, davanti alla tv sintonizzata su Sportitalia? E quando finalmente
entro in campo io, alle 19.30, sarò puntuale nell’invitarlo a evacuare nel
dispositivo sanitario o svaccherò in preda alla fame e alla stanchezza serale? Povero Pumino, su che truppe sgarruppate puoi contare! Dovremmo essere invece indefessi e non sgarrare! E intanto rifornirci di un ampio corredino di mutandine, canotte e simili. Della serie: non si sa mai. O.k.. Nella prossima pausa-pranzo utile vado a fare shopping di intimo maschile in piccole taglie: la nuova frontiera degli acquisti compulsivi, per quanto mi riguarda, altro che borse e scarpe!
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