primula
Un segno di primavera
venerdì 21 dicembre 2012
Pumino risanato, Natale assicurato!
Pumino
allontanato dalla scuola materna prima dell'inizio delle vacanze, sta
recuperando. Natale sembra salvo! Riusciremo a festeggiare con i nonni, in tre
tappe. Domenica con nonna A e nonno C, che come è ormai tradizione verranno a
casa nostra per una cenetta da me preparata in cui di solito manca sempre
qualcosa (un anno ho fatto i tortellini in brodo ma senza il brodo!), poi
lunedì 24 saliamo in valle per cenetta con nonna D (che in queste occasioni
compra sempre le crespelle o i ravioli già fatti in rosticceria ma crea molta
atmosfera in casa grazie a candele e centrotavola vari) e poi pernottiamo e
passiamo il 25 e il 26 con nonno Lovi e i suoi menu a base di maiale! Speriamo
di riuscire a pattinare alla pista di ghiaccio del paese e di bobbare sul
trampolino che il nonno ha preparato in giardino, ammassando tutta la neve
caduta nei giorni scorsi al fine di mantenerla per le discese di Pumino! Tutto
quello che desidero, e auguro a voi, sono piacevoli giornate da trascorrere in
armonia con la famiglia! Questo è il Natale!
mercoledì 19 dicembre 2012
Si fa presto a dire recita di Natale...
Dopo una
settimana di frequenza alla scuola materna dall'ultima malattia, la salute di
Pumino vacilla di nuovo. Il piccolo è super raffreddato, impestato di catarro e
la sera le sue manine sono calde. La recita di Natale di domani, in cui avrebbe dovuto travestirsi da scoiattolino di bosco (con tanto di coda ricavata da un
mio boa di piume e orecchiette fatte all'unicinetto su un vecchio cerchietto
per capelli), diventa un miraggio. Nulla di cui sorprendersi. La Pupette ha
dovuto aspettare il secondo anno per partecipare alla recita di Natale della
scuola materna. Funziona infatti più o meno sempre così: il primo anno la
perdono perché sono malati, il secondo anno sono malati ma tu ce li porti lo
stesso per una breve apparizione perché ci tengono troppo e ti spiace
deluderli, il terzo anno sono finalmente nel cast ufficiale e magari dicono
pure una battuta. Povero Pumino. Un po' ci teneva. Quando in questi giorni
passavamo dal salone per salire in classe e vedeva allestita la scenografia
dello spettacolo, mi chiedeva sempre: "Abbiamo portato la codina?".
"No Pumino, la tua recita è giovedì!". Ora sull'argomento è calato il più totale silenzio.
giovedì 13 dicembre 2012
Social come il padre
Arrivata al teatro dove si teneva la recita della Pupette
con 15 minuti di ritardo soltanto (avendo avuto cura di bypassare le Nord, in
tilt in questi giorni per il nuovo software che regola i turni del personale!) ho
trovato Pumino e il papà nel foyer già in sofferenza perché non avevano trovato
posto per sedersi. "Noi andiamo a casa", mi dicono. "Ma
aspettate almeno il pezzo dove c'è la Pupette!", dico io. Niente da fare i
due se la svignano, saltando la recita, i canti, i ringraziamenti infiniti
della preside al termine della rappresentazione, la pizzata nel salone della
scuola, lo scambio di futili chiacchiere con gli altri genitori e tutto il
resto. Rincasati pare che il piccolo abbia confidato al padre con grande
complicità: "Per fortuna che siamo tornati a casa. Io mi annoiavo alla
recita della Pupette!". Tale padre, tale figlio... Ma conosco anche un
nonno, nell'altro ramo della famiglia, per la verità, che ancora oggi racconta in
giro la sofferenza di presenziare ai miei saggi di ginnastica artistica quando ero bambina! Potenza dei geni.
martedì 11 dicembre 2012
Scoiattolino di bosco
Stamattina ho avuto più lumi sulla recita alla scuola
materna, essendo riuscita a leggere il cartellone affisso fuori dalla porta
della sezione, prima che la campanella suonasse e i genitori fossero cacciati
da intrasigenti e torve bidelle. Pumino dovrà vestirsi da scoiattolo. Nella
pausa pranzo ho fatto un giro da H&M alla ricerca di qualche capo e/o
accessorio low cost che riuscisse nell'impresa di trasformare un florido,
vivace e poco incline alle costrizioni vestimentarie bambino di tre anni in un
tenero abitatore dei boschi. Ho trovato un grazioso pigiamino tutto intero con
anche la cuffietta (da orsetto, per la verità, più che da scoiattolo) che si
prestava allo scopo. Ma la taglia più grande era 12-18 mesi e, anche tagliando
i piedini, Pumino avvrebbe avuto più l'aspetto dell'incredibile Hulk a cui sono
scoppiati i vestiti addosso che di roditore. Potrei cercare in altri negozi
della catena se c’è la taglia più grande. Oppure vestirlo di marrone, mettegli
in testa la mia berretta da sci che usavo da ragazza al contrario, in simil pelo
marrone, magari attaccandoci delle orecchiette fatte all’uncinetto, e come coda
adattare un boa di piume sul tortora che mi ero presa sempre da ragazza per un
Capodanno... Tanto chi le mette più le piume! Stasera con la mia super creativa
Pupette, ci mettiamo all'opera!
lunedì 10 dicembre 2012
Saggi e recite di Natale
Saggi e
recite di Natale sono di solito quelle imperdibili occasioni, in cui tra
musiche, luci e colori, il tuo bambino sul palco, ti commuovi e piangi. A volte
però, come è successo a me, piangi prima ancora che inizino. Succede quando
arrivi a casa trafelata dal lavoro, con l'ultimo treno utile, e trovi tutti i
famigliari, recitanti e non, ben lontani dall'essere pronti per uscire e sai
che arriverete all'evento irrimediabilmente in ritardo. A quel punto ti trascini
il bimbo/a alla scuola alla meno peggio, spingi la calca di genitori per
guadagnare il retro palco, molli il piccolo/a alle insegnanti e ti viene una
crisi di pianto: ce l'hai fatta, ma è stata dura e poi è possibile che sia
sempre così, che di queste occasioni che dovrebbero essere piacevoli, per un
motivo o per l'altro, non ti godi mai nulla? Una mia collega ha raccontato di
essere schizzata una sera alla recita di Natale del figlio alla scuola materna
e di averlo visto, lui unico sul palco gremito di bambini, con la maglietta di un
colore diverso dal raccomandato verde e di aver così constatato con evidenza il
fallimento del suo menage famigliare. Noi quest'anno abbiamo tre
appuntamenti-cardine: la recita della Pupette a scuola mercoledì, il gala della
danza sempre della Pupette domenica e la recita di Pumino il 20 alla scuola
materna, in cui il piccolo deve vestirsi da animaletto del bosco (e come lo
agghindo?!?): che il buon Gesù guardi giù!
mercoledì 5 dicembre 2012
Post motivazionale
Come
post motivazionale per la mia partecipazione al contest di Grazia.it (ma poi parteciperò davvero?) vorrei riproporre quello che scrissi circa un anno fa quando
partì questo blog: lo spirito che lo anima è sempre lo stesso!
Regalami una storia
Ho seguito le istruzioni e tecnicamente dovrei esserci!
Non aspettatevi grandi effetti speciali... Almeno per il momento... Devo ancora capire bene come si fa...
Di sicuro dedicherò qualche minuto al giorno della mia vita piuttosto piena - di famiglia e lavoro, del resto non rimane più molto, mannaggia!, ma non importa - ad aggiornare questo spazio che nasce dalla voglia di raccontare.
"Mamma, mi racconti una storia?": mi chiede molto spesso la mia dolce Pupi di sei anni.
Raccontare, condividere, stupire e conoscere: che cosa c'è di più ameno e coinvolgente nell'esperienza umana?
La parte che mi piace di più di Grazia.it? Quella con le news di gossip http://www.grazia.it/it-news/gossip
ovvero le vite degli altri!
martedì 4 dicembre 2012
Semplicemente para
Pare che
ieri, durante la visita dal pediatra, Pumino abbia tenuto a dire al medico che
anche lui a casa ha una valigetta da dottore. Mentre due settimane fa al
cantiere della nuova casa si era presentato con martello e chiodi. (Veramente
avrebbe voluto portarsi l'intera cassettina degli attrezzi, ma è stato
prontamente ridimensionato dalla mamma). Insomma sembra che Pumino in tutte le
occasioni voglia farsi trovare preparato e competente. Bravo Pumino, di questi tempi non è
mai troppo presto per cogliere opportunità lavorative o quantomeno farsi vedere
interessati a eventuali sbocchi professionali futuri! O sei
semplicemente paraculo?
lunedì 3 dicembre 2012
Malanni, parquet e torta di mele
Pumino si è di nuovo ammalato. Nella notte fra venerdì e
sabato. Giusto in tempo per il weekend! Così il nostro fine settimana si è
risolto in una staffetta tra mamma e papà nel darsi il cambio per curarlo e nel
contempo riuscire a fare le cose essenziali che dovevamo fare. A me è toccato
andare a scegliere il parquet... Chissà perché proprio a me? La donna che da un
anno e più sfoglia riviste di architettura e design e per la quale la
ristrutturazione della casa nuova è diventata una sorta di insana passione!
Ebbene dal parchettista, al suo cospetto e a quello dello zio Marco (che segue
i lavori e mi accompagna pazientemente a scegliere i materiali il sabato
mattina), devo essere sembrata una pazza completa. Non ricordo esattamette tutti
i passaggi che mi hanno portato a scegliere delle splendide - calde ed eleganti
- tavole di Iroko verniciate e antigraffio, ma devo aver esordito dicendo che
le stesse mi sembravano un po' finte, per poi passarne in rassegna altre,
essere totalmente indecisa e a disagio, chiedere i campioni di uno
sterminato numero di proposte, per poi dire improvvisamente, come una pazza
completa, che avevo deciso: volevo le tavole di Iroko, ero sicura, calde ed
eleganti, perfette anche per farci il gradino della scala che sale dal
soggiorno al sottotetto. Non avevo dubbi: le tavole di Iroko mi
"chiamavano", tra le tante tavole non riuscivo a staccare gli occhi
da loro! Sono tornata a casa con solo questo campione a mo' di trofeo! Nella
parte di tempo che ho trascorso invece a casa con il mio Pumino, febbricitante e
logorroico, si segnala come unico evento degno di nota una torta di mele niente-male-come-prima-volta
fatta insieme ai miei piccoli e "spazzolata" nel giro di poco!
martedì 27 novembre 2012
Cosa rende un bambino felice?
In questi giorni, per
vari motivi, a casa ci è capitato di parlare di bambini poveri e di diritti
dell'infanzia. Pupette ne ha discusso a scuola in occasione della Giornata
Mondiale dei Diritti dei Bambini e dal suo elaborato sul quaderno è emerso che
la ragazza di sette anni ritiene che la massima priorità per un piccolo sia di
avere una famiglia. Diverso il punto di vista del treenne Pumino, che ieri sera
ha visto scorrere le immagini di bambini feriti, denutriti e in guerra (da lui
chiamati genericamente "bambini poveri") sul monitor del computer
mentre ascoltavamo la canzone di John Lennon sul Natale (la famosissima Happy Xmas War is Over) che Pupette doveva
imparare per la recita scolastica. Il piccolo è rimasto colpito dai "bambini
poveri". Stamattina, appena sveglio, ha chiesto di rivederli. Ma poi, su
consiglio della mamma, ha scelto di fare colazione e dall'alto del suo
seggiolone ha sentenziato: "Io sono un bambino fortunato!".
"Certo - ho ribattuto io - hai una mamma e un papà, una bella casa, la
pappa per riempire il pancino...". "E soprattutto tanti biscotti e il
pane bauletto!", ha concluso lui pienamente soddisfatto della propria condizione
esistenziale.
mercoledì 21 novembre 2012
Lui sa vivereee!
Stamattina
alla scuola materna, mentre Superpiccoly affida Pumino alla sua classe, chiede
all'insegnate che lo accoglie: "Tutto bene in questi giorni Pumino?".
"Sì, lui sa vivereee!", risponde la maestra in un impeto di
entusiasmo mattutino, probabilmente indispensabile a darsi la carica e
affrontare una giornata con 20 piccole pesti, senza sostanze dopanti. Poi aggiunge: "Ecco: l'unica
cosa è che lui è un uomo e quando si sveglia dopo il riposino come tutti gli
uomini può avere la luna storta. Ma noi lo lasciamo decantare e poi tutto si
aggiusta!".
martedì 20 novembre 2012
Perle di Pumino numero 5
- Pumino: "Pupette
giochi con me? Dai, gioca con me!". Pupette: "Non ne
ho voglia". Pumino abbassa le braccia e dice sconsolato: "Dai, Pupette,
in fondo io sono tua sorella!"
- Superpiccoly: "Ciao Pumino, cosa hai fatto di bello oggi a scuola?". Pumino: "Ho mangiato la minestra con i crostini: era buonissima!"
- Pumino si aggira abbacchiatissimo appena sveglio, con il labbro inferiore prominente e le spalle abbassate. Superpiccoly: "Perché hai quell'aria contrita, Pumino?". Pumino: "Perché il papà mi ha sgridato di notte!". Leggi: il papà ha perso le staffe nel metterlo a letto la sera poiché il nostro, messo nel lettone e letta la storia serale, non si addormentava istantaneamente. Il papà spazientito ha preso trapunta e cuscino ed è andato a dormire sul divano, lasciando il campo alla più tollerante mamma, a cui Pumino si è finalmente ricongiunto in un morbido abbraccio, propedeutico al riposo
- Pumino: "Dov'è il mio caschetto che devo andare in cantiere dallo zio Marco?". Leggi: il cantiere della casa nuova, ovvero un appartamento attualmente tutto buchi come un groviera, ma costantemente oggetto delle più sfrenate ambizioni da interior di Superpiccoly
- Superpiccoly: "Come mai indossi pantaloni e maglietta nuovi stasera?" Pumino: "Perché a scuola mi sono un po' caccato e le maestre mi hanno cambiato!". Il tutto senza fare un plissè di vergogna o imbarazzo.
- Superpiccoly: "Ciao Pumino, cosa hai fatto di bello oggi a scuola?". Pumino: "Ho mangiato la minestra con i crostini: era buonissima!"
- Pumino si aggira abbacchiatissimo appena sveglio, con il labbro inferiore prominente e le spalle abbassate. Superpiccoly: "Perché hai quell'aria contrita, Pumino?". Pumino: "Perché il papà mi ha sgridato di notte!". Leggi: il papà ha perso le staffe nel metterlo a letto la sera poiché il nostro, messo nel lettone e letta la storia serale, non si addormentava istantaneamente. Il papà spazientito ha preso trapunta e cuscino ed è andato a dormire sul divano, lasciando il campo alla più tollerante mamma, a cui Pumino si è finalmente ricongiunto in un morbido abbraccio, propedeutico al riposo
- Pumino: "Dov'è il mio caschetto che devo andare in cantiere dallo zio Marco?". Leggi: il cantiere della casa nuova, ovvero un appartamento attualmente tutto buchi come un groviera, ma costantemente oggetto delle più sfrenate ambizioni da interior di Superpiccoly
- Superpiccoly: "Come mai indossi pantaloni e maglietta nuovi stasera?" Pumino: "Perché a scuola mi sono un po' caccato e le maestre mi hanno cambiato!". Il tutto senza fare un plissè di vergogna o imbarazzo.
lunedì 12 novembre 2012
Tempo di compleanni: 7 + 3 = 100
Novembre. Tempo di compleanni per la Superpiccoly-famiglia. Pupette ne ha fatti 7. Pumino a brevissimo 3. Sabato, come da testimonianza fotografica in copertina, abbiamo festeggiato con le scatenate compagne e amiche della settenne, nonostante diluviasse e il papà fosse una mummia inumata a letto, causa ennesimo virus gastro-intestinale. Non sono tempi facili per la Superpiccoly-famiglia, tra mille impegni (tra cui la nuova casa) e malanni, ma abbiamo festeggiato lo stesso e continueremo a farlo per l'intera settimana. Tra l'altro, anche il blog ha appena compiuto 100 post e tramite questo spazio voglio esprimere tutta la mia felicità! I miei bambini sono così belli e intelligenti e bravi che me li mangerei e poi ora hanno un'età così perfetta: non sono neonati con mille esigenze e neppure adolescenti con mille esigenze e insomma... mi piacciono un sacco e voglio godermeli!
mercoledì 7 novembre 2012
Multiculturalismo e lotta di classe
L'anno
scorso era Shoukri, il bambino che tirava i capelli al nido. Quest'anno è
comparso il nome di Karim nei racconti di Pumino sugli scocciatori presenti
nella sua classe alla scuola materna. L'elemento esotico e il mix culturale non
sono dunque molto apprezzati dal biondo e chiarissimo Pumino. Ma lui in fondo
che ne sa di queste cose. Dicono che fino a una certa età non si percepiscono
le differenze razziali. Lui sa soltanto che due bambini di nome Shoukri e Karim
gli rompono le palle. Non ha pre-concetti eppure sono questi gli elementi di
distrurbo. Sarà un caso? Appare evidente - anche dalla semplice esperienza di
Pumino - che non sia facile integrarli, neppure da piccoli e piccolissimi.
Eppure è l'unica via possibile.
giovedì 18 ottobre 2012
Che manfrone!
Dal racconto della Tata
Lu emerge che nel pomeriggio di ieri è accaduto quanto segue:
- Dopo aver accompagnato la Pupette a danza, la Tata Lu si rivolge a Pumino dicendogli: "E adesso tu dove vuoi andare?". Il piccolo risponde manfrone: "Dai che lo sai!" (intendendo la casa della tata)
- Nell'appartamento della stessa alla domanda se gradisce ancora qualcosa dopo l'abbondante merenda con focaccia, panino e mortadella pretende e mangia latte e biscotti
- A un certo punto domanda a sorpresa alla Tata Lu: "Ma tu stai bene con me?"
- Invitato a preparasi per tornare a casa sua risponde: "Non ci penso neanche!".
No comment.
- Dopo aver accompagnato la Pupette a danza, la Tata Lu si rivolge a Pumino dicendogli: "E adesso tu dove vuoi andare?". Il piccolo risponde manfrone: "Dai che lo sai!" (intendendo la casa della tata)
- Nell'appartamento della stessa alla domanda se gradisce ancora qualcosa dopo l'abbondante merenda con focaccia, panino e mortadella pretende e mangia latte e biscotti
- A un certo punto domanda a sorpresa alla Tata Lu: "Ma tu stai bene con me?"
- Invitato a preparasi per tornare a casa sua risponde: "Non ci penso neanche!".
No comment.
mercoledì 17 ottobre 2012
La maglietta dipinta
Scambio serale con
Pumino.
"Ciao, come è andata la festa alla scuola materna stamattina?"
"Bene".
"Hai mangiato le castagne?".
"Sì, tantissime. Tante così!" (mostra le cinque dita della manina)
"E questa bella maglietta che hai portato a casa?" (T-shirt dipinta con le impronte delle manine di Pumino e scritta "Dammi la mano e camminiamo insieme")
Alza il visetto e con aria distinta, di chi la sa lunga, dice: "E' di benvenuto!"
"Ciao, come è andata la festa alla scuola materna stamattina?"
"Bene".
"Hai mangiato le castagne?".
"Sì, tantissime. Tante così!" (mostra le cinque dita della manina)
"E questa bella maglietta che hai portato a casa?" (T-shirt dipinta con le impronte delle manine di Pumino e scritta "Dammi la mano e camminiamo insieme")
Alza il visetto e con aria distinta, di chi la sa lunga, dice: "E' di benvenuto!"
martedì 16 ottobre 2012
Work in progress
Mancano pochi giorni all'inizio dei lavori di
ristrutturazione della nuova casa e siamo in piena fase di work in progress
nella scelta degli interventi e dei materiali. Il nodo più grosso da sciogliere
è la cucina: quali pareti attrezziamo e dove mettiamo invece il tavolo? Ancora
non abbiamo lumi dal nostro mobiliere di fiducia (?), che pare debba pure
partire nei prossimi giorni per fare una corsa in Olanda (?) e io mi sa che lo
mollo e vado allo store della Scavolini in centro a Milano, dove mi sembrano
decisamente più focalizzati sui risultati (vendere cucine invece di partecipare
a gare podistiche). Comunque per tranquillizzarmi passo a elencare i punti
fermi raggiunti (con estrema difficoltà, lo sapete, considerata la mia scarsa
propensione alla decisione finale e alla mole di idee e suggestioni da cui ero
partita, grazie alla quantità imbarazzante di riviste sulla casa acquistate e
consultate come testi sacri nell'ultimo anno). Il bagno sotto (padronale ma piccolo a causa
dell'allargamento della cucina) dovrebbe venire nelle mie speranze come quello
ritratto qua sopra. Certo più piccolo e non con le travi a vista e la mensola
dietro ai sanitari. Ma l'effetto più o meno dovrebbe essere quello. Ho scelto
anche porte e serramenti. Total white ma con la venatura del legno, perché è
difficile rinunciare del tutto al rassicurante e caldo materiale della
tradizione. Per le maniglie ho scelto il modello Petra, perché mi piaceva il
design ma anche il nome (Pumino al femminile). Ho deciso infatti di fare
ricorso in ultima istanza al nome, qualora mi capiti ancora di trovarmi
completamente paralizzata, nell'imbarazzo più totale su cosa selezionare, nei
pellegrinaggi del sabato mattina nelle showroom. Quale è il nome che mi piace di più? Ma certo Petra! E mi tolgo dall'impaccio.
lunedì 15 ottobre 2012
I settant'anni della zia Isa
Ieri abbiamo festeggiato i settant'anni della zia Isa, la
sorella maggiore di mio padre. Ma ancora faccio fatica a credere che sia
arrivata a questo importante compleanno. Mi sembra ieri (ma ahimè non è così)
che io ero una bimba delle elementari che frequentava casa sua e i suoi tre
figli miei coetanei. Lei era pure la mia maestra (in prima e seconda) e
capitava che, appena teminata la scuola, andassi a casa sua a mangiare. Ricordo
la pasta condita con burro fresco e tanto parmigiano. Molto asciutta (gli
spaghetti si aggrovigliavano in una matassa inestricabile) ma gradevole, quando
si aveva fame. Allora lei era una giovane mamma e insegnante, due lavori che le
piacevano moltissimo, perché - come spiegò una volta - non c'è niente di meglio
che vedere il faccino di un bambino che si illumina quando ha afferrato un
nuovo concetto o ha imparato qualcosa di nuovo. Vedi la scintilla che scocca e
la soddisfazione pura dipinta sul suo visetto ed è davvero un piccolo miracolo.
Condivido zia Isa.
mercoledì 10 ottobre 2012
Siamo tutti uguali? Forse solo agli occhi di Dio... Sulla terra non è così...
Un blog
servirà pure ogni tanto a togliersi qualche sassolino dalle scarpe... Ieri sera
alla scuola della Pupette preside e docenti illustravano programmi e iniziative
dell'anno in corso. L'esposizione dei vari insegnanti è stata preceduta dal
cappello introduttivo della dirigente, che più che un cappello è parso un
sobrero, tanto era lungo e accorato. L'ennesima concionata della predicatrice
mancata. Che già è prolissa nelle circolari figuriamoci dal vivo. Belle parole
si capisce. Ha parlato di gioia, di condivisione, di valori cristiani e
salesiani, di crescita umana... Bello, bello, bello... Se non fosse che alle
belle parole non sempre seguono i fatti... Nemmeno nelle scuole cattoliche...
Come mai, volevo alzare la manina e buttare fuori tutte le mie perplessità, nella
formazione delle classi lo scorso anno sono stati assegnati alla maestra più
ambita (in base alle chiacchiere delle mammacce, sempre fuori dalla scuola a
scambiarsi pettegolezzi) i figli delle più note e benestanti famiglie del
paese? La cosa è smaccata. Da una parte i migliori nomi (si fa per dire!) della
comunità, dall'altra sconosciuti e dei paesi limitrofi. Forse agli occhi di Dio
siamo tutti uguali, ma sulla terra ancora non è così... Va bene lo stesso, si
capisce (Pupette dovrà confrontasi meno con happy few griffati e accessoriati), ma non mi raccontino la storiella dell'uguaglianza... E soprattutto non si
dilunghino con queste concionate quando sono le 20, sei stanca e affamata e non
aspetti altro di tornare finalmente a casa dai tuoi figli.
martedì 9 ottobre 2012
La gita - parte 2
La messa è finita. I bambini (e non solo) hanno fame e non vedono l'ora di trafugare dagli zainetti sandwich, succhi e altre schifezze della loro dotazione "pranzo al sacco". Si cerca il luogo più adatto. C'è un'area all'aperto con dei tavoloni. Si prende posto. Ma ben presto ci si accorge che i cibi estratti attirano anche schiami di api e vespe. Siamo in mezzo alla campagna. I bimbi si agitano e cercano di respingere gli assalti. Pupette in controtendenza mantiene la calma e spiega ad alcuni compagni che è meglio non reagire e fare finta di niente, "se no quelle pungono di più". Che saggezza la mia Pupette! Saranno i nostri trascorsi in montagna e i nostri pasti en plain air in giardino? Un paio di bambini vengono punti e non vi dico che panico mi prende quando uno di questi perde i sensi fra le braccia della maestra. Mi metto a chiedere in giro se tra i gitanti c'è un medico. Ma per fortuna non si tratta di choc anafilattico ma di pura suggestione ed emozione. E' il momento dei giochi. Do una mano alle insegnanti nel predisporre per il tiro alla fune e mi perdo la Pupette che è nel gruppo che sta praticando un'altra attività. Mannaggia! Ma poi finalmente la vedo giocare. Entusiasta, gioiosa e inesauribile come solo lei sa essere. Però è anche giudiziosa. Segue le regole e la sua pure insauribile insegnante (ma come avrà fatto a non mollarli mai neanche un secondo!) come fosse Il verbo. Quella con i genitori poi deve essere la gita più difficile per le insegnanti. All'attenzione costante ai bambini devono aggiungre quella meno pressante ma altrettanto impegnativa agli adulti. Ci sono degli esemplari poi. Il papà di M., ad esempio, a un certo punto si mette lungo disteso in terra nel piazzale antistante la chiesa dove si svolgono i giochi. Gambe lunghe accavallate con gli stivaletti a punta in primo piano, la testa appoggiata sullo zaino. Due bambine nel vederlo commentano pettegole: "Hai visto come si è messo il papà di M.?". Guarda se si può andare in gita con i figli e fare 'ste figure... Ma anche con gli altri genitori della classe della Pupette non mi trovo un granché. Al negozio di souvenir comprano rosari in scatoline kitch a forma di rosa o improbabili angeli da mettere nelle case al mare... Roba che nanche sotto tortura introdurrei a casa mia! Eppure sul pullman il livello generale dei genitori della scuola mi era sembrato alto. Ero circondata da interpreti/traduttrici, manager e professionisti, con cui era stato anche piacevole chiacchierare. Mi sono convinta che nella formazione della classe della Pupette ci sia stata lo scorso anno un'incredibile concentrazione di bif (sta per bifolchi), a tutto vantaggio dell'altra sezione, che - solo per mettere un po' di fumo negli occhi - hanno chiamato B. Noi saremmo la A!?! Ma avete visto che truzzi?!?
lunedì 8 ottobre 2012
La gita - parte 1
Venerdì
ho partecipato alla gita di apertura dell'anno scolastico dell'istituto della
Pupette. Non era obbligatorio che i genitori andassero al seguito dei figli.
Erano solo invitati. Tuttavia, poiché non ho mai modo di entrare in contatto
con la scuola della ragazza (non la porto e non la ritiro), ho pensato di
depauperare ulteriormente il mio inesistente patrimonio di giorni di ferie (-7
giorni o giù di lì) pur di non mancare l'occasione. Come al solito siamo arrivate
all'appuntamento davanti alla scuola un po' in affanno. Ma ormai siamo rodate.
Freniamo e saltiamo giù dalla bicicletta praticamente al volo. Pupette schizza
dentro l'edificio scolastico alla ricerca della sua maestra. Io adocchio il
pullman dei genitori e mi ci piazzo. Un paio d'ore di requie. Se non fosse che
nell'ultima parte del viaggio la strada è una rotonda unica e un salire in
collina tra curve continue. Incautamente mando un sms di servizio alla Tata Lu (siamo in gita, ritirare solo Pumino!) e mi prende una nausea da temere il peggio. Pensa che figura
se vomito davanti alla teacher di inglese (che fa da capo-pullman) come una bimba alla sua prima gita - mi dico - e mi costringo
a seguire la strada con lo sguardo per evitare la debacle. Penso anche alla
Pupette. Come starà la piccola? Non le ho dato neppure i braccialetti
anti-vomito nella partenza a razzo della mattina. Finalmente sbarchiamo.
Pupette è un po' provata ma se l'è cavata anche lei. Tappa al wc. Poi
ci aspettano in chiesa per la messa. Bellissimo l'interno. Non ho mai visto una
chiesa così. Con un'unica navata tutta foderata di legno. Sembra un po' di
essere all'interno della stiva di una grande nave oppure in un enorme ventre di
animale. Suggestivo. Inizio a pensare a come potrei ristrutturare casa
rifacendomi a questa notevole architettura. Che idee! La seconda parte della gita domani.
Ora ho esaurito il tempo. E poi così c'è più suspence.
giovedì 4 ottobre 2012
Potenziamento delle competenze genitoriali a chi?
L'altro giorno alla scuola materna di Pumino mi è stato consegnato dalla maestra un questionario "di raccolta dei bisogni e delle aspettative" di un certo progetto In Meta - Percorsi di potenziamento delle competenze genitoriali. Ma che percorsi e percorsi - mi sono detta io - se in questo modo di vivere di oggi non c'è neanche il tempo per stare un po' con i propri figli! Personalmente mi rimangono solo un paio di ore la sera e che faccio? Esco per seguire il corso per migliorare le mie competenze di genitrice? Mi sembra assurdo e l'ho scritto nero su bianco sul modulo: "Lavoriamo entrambi tutto il giorno e il tempo libero (poco) lo trascorriamo con i nostri figli. Pertanto non ci è possibile partecipare a corsi di potenziamento delle competenze genitoriali. In ogni caso, l'unico tema che mi sembrerebbe interessante affrontare è quello della conciliazione lavoro-famiglia e di quanto poco si faccia in in Italia a favore della famiglia, al livello di flessibilità e servizi". Sembrerò polemica e poco collaborativa al cospetto delle insegnanti, a cui lo devo riconsegnare?
giovedì 27 settembre 2012
Compagni di merende
I nonni A. e C. sono partiti per il mare e Pupette e Pumino
il pomeriggio, quando escono dalle rispettive scuole, sono attesi e accuditi
dalla Tata Lu. E' un po' strano affidare i propri figli a una signora che non
ha alcun legame di parentela con noi. L'ho selezionata iniziando a farla venire a
casa, a darmi una mano con i lavori domestici, quando ancora ero in maternità. La
prima volta che l'ho incontrata per la verità non mi aveva convinto.
L'avevo immaginata troppo pettegola per i miei gusti, avendomi detto che era
arrivata un po' in ritardo perché vari conoscenti l'avevano fermata per la
strada durante il tragitto. Ma per lei, che per la prima volta si presentava a
casa mia, era forse solo un modo per comunicarmi il suo buon carattere e la sua
notorietà in paese. E in effetti la Tata Lu è solare, gentile e spiritosa. Con
i bambini è premurosa, attenta e comunicativa. E fa fare delle super merende.
Lo scorso anno si occupava solo dello spuntino della Pupette, poiché Pumino
faceva merenda al nido. E quando non c'era nulla a casa che solleticasse l'appetito
della ragazza, uscivano e le acquistava qualcosa di sfizioso in panetteria
o al bar. A volte portava addirittura fette di torta al cioccolato fatta in
casa con le sue mani o gustosi panini con la mortadella. Quest'anno che anche il piccolo
gourmet di famiglia deve riempire il pancino mi immagino cosa si inventerà pur
di vederli soddisfatti e contenti. Però la mia riflessione del giorno continua a essere: non è facile affidare a un'altra signora i tuoi figli. L'altra sera, più o meno
inconsciamete, pur di non sentirmi del tutto esclusa dal rito della merenda, ho
preparato il budino ai miei piccoli golosoni e ho detto a Tata Lu di serviglielo l'indomani.
Ieri ho comprato al volo a Milano due paste molto invitanti e le ho messe in tavola
stamattina per il pomeriggio. Stasera sono curiosa di sapere se i due hanno apprezzato. Non
sarà certo come vederli mangiare in presa diretta, ma non tagliatemi fuori del
tutto dalle magnatine del pomeriggio!
lunedì 24 settembre 2012
Casa, dolce casa
Dopo un incontro a tempo gratuito con un architetto (detta così sembra una roba ambigua ma in realtà è stata una normale consulenza nell'ambito dell'iniziativa "Redazione aperta" di una casa
editrice del settore: cosa non si fa per risparmiare sui professionisti!) e un
pranzo con il nostro amico ristrutturatore, mi sento rinfrancata nelle mie
ambizioni di interior designer, in vista delle opere che faremo nella casa che
stiamo per acquistare. Dopo mesi e mesi a sfogliare riviste mettendo post it
qua e là, eccoci infatti al dunque. Ora ci siamo e si impongono delle scelte. Un sacco di
scelte. Come modificare gli attuali locali per avere degli spazi funzionali e
adatti alle nostre esigenze? Quali materiali scegliere? Quali colori scegliere?
Come ottenere coerenza tra i vari ambienti senza cadere nel monocorde? E come
evitare invece gli abbinamenti sbagliati? Pur avendo un gusto abbastanza sicuro e
avendo osservato centinaia di servizi fotografici, sono tra l'eccitato
e l'ansioso. E il
modello della scala? E il colore della cucina? Una tale mole di decisioni mi atterrisce. Ma come mi ripetava anche la mia indimenticabile nonna T.
"una cosa alla volta, passino passino... ". Per il parquet ci stiamo orientando sull'iroko, perché ha una tonalità calda, biondo-rossiccia. Inoltre dà maggiori garanzie di tenuta all'acqua rispetto al rovere e noi lo vorremmo
mettere anche in bagno e in cucina e con Pumino e Pupette (e non solo) in
circolazione... Per il colore delle pareti e dei serramenti sono indecisa se
puntare sui grigi (e mettere a contrasto grigio chiaro e grigio più scuro e
magari pure l'antracite) o sui beige/corda (come nella foto qua sopra). In ogni caso vorrei un casa calda e chiara. Il più luminosa possibile. Seguiranno aggiornamenti.
mercoledì 19 settembre 2012
Una tattica tipicamente maschile?
Gli
uomini, si sa, non amano molto raccontare del loro vissuto personale e molto
spesso, a esplicite richieste, glissano con una battuta. Ieri sera:
"Pumino, cosa hai mangiato oggi a scuola?". "E' un
segreto!", risponde il nostro con aria misteriosa e furbesca insieme, come
di chi ha capito che con questo escamotage non è tenuto a rispondere e la fa
franca. Andiamo bene.
mercoledì 12 settembre 2012
Tempo di inserimenti (e di polemiche)
Tempo di
inserimenti e infuria la polemica sulla via italica all'approccio alla materna.
Qui sotto riporto un commentatissimo post uscito oggi sul blog la 27esima Ora del Corriere della
Sera. La mia personale opinione è che questa collega mamma-giornalista abbia
ragione. Per le madri che non lavorano l'"inserimento lento" non rappresenta un
problema e magari può anche essere un gradevole momento di condivisione con il
bambino e di "avvicinamento" alla scuola. Ma per le altre è un
incubo: non in tutti i posti di lavoro comprendono le esigenze di chi ha figli
piccoli e deve mandarli all'asilo con queste modalità graduali. Quindi, poichè
la scuola dovrebbe garantire a tutti lo stesso servizio e trattamento, meglio una
partenza decisa e lasciamo le aule alle insegnanti che sanno benissimo cosa
fare. Inoltre, a mio parere, un bambino di tre anni ha già sviluppato le competenze e l'autonomia
sufficienti per cavarsela alla grande in un luogo concepito per lui come
l'asilo. E poi mi piace un sacco quello che scrive Natalia Ginzburg: "... la scuola dovrebbe essere fin
dal principio, per un ragazzo, la prima battaglia da affrontare da solo, senza
di noi; fin dal principio dovrebbe esser chiaro che quello è un suo campo di
battaglia, dove noi non possiamo dargli che un soccorso del tutto occasionale e
illusorio...". Brava Natalia, che togli ogni senso di colpa alle mamme che
lavorano e che dagli istituti schizzano via il prima possibile alla volta dei
mille impegni quotidiani.
I bamboccioni nascono all’asilo
In questi giorni si aprono le scuole. L’inizio dell’anno scolastico dovrebbe essere un momento gioioso per i bambini e i loro genitori. Ma per quelle mamme e, più raramente, per quei papà che portano i loro figli alla materna l’ingresso nella scuola sarà un percorso a ostacoli, una specie di incubo kafkiano che si chiama inserimento. Il programma varia a seconda dell’Istituto ma, quasi sempre, prevede un paio di settimane in cui i bambini devono adattarsi al nuovo ambiente progressivamente per non subire traumi e quindi vengono accompagnati da uno dei genitori in classe: all’inizio restano per una quantità di tempo minima che poi lentamente aumenta fino ad arrivare al tempo pieno. Un fenomeno tutto italiano che spesso obbliga la mamma o il papà persino a prendersi le ferie.
L’anno scorso è toccato anche a noi. Alla scuola materna di Via Mantegna a Milano hanno deciso a priori, senza nemmeno conoscere i pargoli, che i nostri due gemelli dovevano iniziare con un’ora di asilo al giorno e uno dei genitori doveva sempre essere presente. Ma io ero a Londra per lavoro e questo ha creato un primo problema visto che Eva e Bruno erano in classi diverse. Quale madre snaturata va all’estero in un momento così importante (sottinteso potenzialmente difficile/traumatico) per i propri figli? Come mai non si sente immensamente in colpa? Ma tant’è le maestre hanno dovuto far buon viso a cattivo gioco e accontentarsi della tata. Io mi sono presentata quando ormai la settimana di passione era quasi finita. Ero in classe con Bruno che giocava senza problemi, dopo cinque minuti ho cominciato a friggere, la mia presenza mi sembrava totalmente inutile. Così ho chiesto alla maestra se me ne potevo andare visto che il bambino era chiaramente “inserito”. Ma lei mi ha risposto scandalizzata di no, che la prassi era aspettare almeno una mezz’ora a prescindere da come si comportava il pargolo.
In altre parti del mondo non è così. L’inserimento non esiste. Ne ho avuto la prova venerdì scorso quando è iniziato il primo anno di materna nella scuola britannica di Milano. Io e mio marito abbiamo portato i bambini in due classi diverse dove sono stati accolti con grande serenità. Dopo cinque minuti Eva dipingeva, Bruno giocava. Ho detto a una delle due maestre: “Vedo che il bambino è tranquillo, io andrei”. Lei mi ha risposto: “Signora prima se ne va e più facile sarà il mio compito!”. Non potevo credere alle mie orecchie. Tempo pieno da subito e senza drammi. Certo qualcuno piangeva. E allora la mamma rimaneva lì per qualche minuto in più. Ma poi se ne andava comunque e il piccolo dopo poco smetteva. Come è normale che sia, tranne che qui da noi. Tanto che la direttrice della lower school, Angela Dean, si è sentita in dovere di fare ai genitori il seguente discorso:
I bamboccioni nascono all’asilo
Le follie dell’inserimento all’italiana
In questi giorni si aprono le scuole. L’inizio dell’anno scolastico dovrebbe essere un momento gioioso per i bambini e i loro genitori. Ma per quelle mamme e, più raramente, per quei papà che portano i loro figli alla materna l’ingresso nella scuola sarà un percorso a ostacoli, una specie di incubo kafkiano che si chiama inserimento. Il programma varia a seconda dell’Istituto ma, quasi sempre, prevede un paio di settimane in cui i bambini devono adattarsi al nuovo ambiente progressivamente per non subire traumi e quindi vengono accompagnati da uno dei genitori in classe: all’inizio restano per una quantità di tempo minima che poi lentamente aumenta fino ad arrivare al tempo pieno. Un fenomeno tutto italiano che spesso obbliga la mamma o il papà persino a prendersi le ferie.
L’anno scorso è toccato anche a noi. Alla scuola materna di Via Mantegna a Milano hanno deciso a priori, senza nemmeno conoscere i pargoli, che i nostri due gemelli dovevano iniziare con un’ora di asilo al giorno e uno dei genitori doveva sempre essere presente. Ma io ero a Londra per lavoro e questo ha creato un primo problema visto che Eva e Bruno erano in classi diverse. Quale madre snaturata va all’estero in un momento così importante (sottinteso potenzialmente difficile/traumatico) per i propri figli? Come mai non si sente immensamente in colpa? Ma tant’è le maestre hanno dovuto far buon viso a cattivo gioco e accontentarsi della tata. Io mi sono presentata quando ormai la settimana di passione era quasi finita. Ero in classe con Bruno che giocava senza problemi, dopo cinque minuti ho cominciato a friggere, la mia presenza mi sembrava totalmente inutile. Così ho chiesto alla maestra se me ne potevo andare visto che il bambino era chiaramente “inserito”. Ma lei mi ha risposto scandalizzata di no, che la prassi era aspettare almeno una mezz’ora a prescindere da come si comportava il pargolo.
La domanda che vi pongo è la seguente: perché dobbiamo drammatizzare in questo modo un evento naturale e piacevole come l’ingresso alla materna? Cosa devono pensare i nostri figli? Che li stiamo portando in un luogo pericoloso dove forse non vorranno restare perché sicuramente è meglio passare il tempo con la mamma? E poi ci lamentiamo dei bamboccioni che a trent’anni stanno ancora a casa con i genitori! Ma se glielo abbiamo insegnato noi tra mille premure, paure, apprensioni supportate dalla psicologia da salotto che è tanto in voga.E’ vero. Un tempo i nostri nonni si facevano pochi problemi. E spesso crescevano i figli a suon di sganassoni. Ma oggi siamo passati all’eccesso opposto. Alleviamo i nostri bambini come se fossero fatti di porcellana, crediamo che possano rimanere segnati a vita se perdono un giocattolo che gli è caro, li copriamo fino a farli scoppiare di caldo per paura che si ammalino (non a caso siamo il Paese delle correnti d’aria e della cervicale), chiediamo se e cosa hanno mangiato come se ci fosse il rischio che muoiano di fame. Non capiamo che il regalo più grande che possiamo fargli è l’indipendenza, la capacità di camminare con le proprie gambe, di non temere gli altri.
In altre parti del mondo non è così. L’inserimento non esiste. Ne ho avuto la prova venerdì scorso quando è iniziato il primo anno di materna nella scuola britannica di Milano. Io e mio marito abbiamo portato i bambini in due classi diverse dove sono stati accolti con grande serenità. Dopo cinque minuti Eva dipingeva, Bruno giocava. Ho detto a una delle due maestre: “Vedo che il bambino è tranquillo, io andrei”. Lei mi ha risposto: “Signora prima se ne va e più facile sarà il mio compito!”. Non potevo credere alle mie orecchie. Tempo pieno da subito e senza drammi. Certo qualcuno piangeva. E allora la mamma rimaneva lì per qualche minuto in più. Ma poi se ne andava comunque e il piccolo dopo poco smetteva. Come è normale che sia, tranne che qui da noi. Tanto che la direttrice della lower school, Angela Dean, si è sentita in dovere di fare ai genitori il seguente discorso:
“Uno dei nostri obiettivi è l’indipendenza. Sappiamo che l’approccio in Italia è molto protettivo. Gli mettete sempre voi il maglione, gli preparate la cartella. Per favore cercate di cambiare atteggiamento e rendete i vostri figli più autonomi. Altrimenti a scuola si aspetteranno da noi lo stesso comportamento!”.E’ ora che noi mamme italiane impariamo ad allentare la corda, a essere più leggere, a non rimuginare. Una volta una mia amica mi ha confessato di provare un immenso piacere ad avere i figli che piangevano non appena usciva di casa: “Mi fa sentire la più importante”. Senza rendersi conto di quanto così li rendeva insicuri, negandogli la libertà di crescere cittadini del mondo.
lunedì 10 settembre 2012
Io speriamo che me la cavo e Pumino pure
Pumino prosegue il suo inserimento alla scuola materna come
da manuale del perfetto treenne. Venerdì, lasciando l'aula, ha detto alle
insegnanti: "Ci vediamo lunedì!". Oggi, nel medesimo frangente, ha detto:
"Ci vediamo domani!". Non perde un colpo, il piccolo! Speriamo però
che lo stupefacente esordio all'asilo non sia bruscamente interrotto dal virus gastro-intestinale che ha già abbattuto metà famiglia: Pupette venerdì e papà stamattina. Io spero
che me la cavo e Pumino pure. Il già difficile back to work/back to school si
sta rivelando una vera corsa a ostacoli per la Superpiccoly-famiglia. Ma ne
verremo a capo.
giovedì 6 settembre 2012
Primo giorno di scuola materna per Pumino
Sommersa dal lavoro (che rientro, in quarta!), riesco solo a
fare un rapido aggiornamento. Oggi Pumino è andato per la prima volta alla sua
nuova scuola materna. Ha fatto solo due ore ed è stato ritirato da nonna A. e
sorella, alle quali pare abbia detto: "Domani ci torno!". E vai!!!
lunedì 3 settembre 2012
Il mio piccolo buongustaio
"Come è buono il pane bauletto! E' squisito, vero
mamma? Davvero squisito!". Non sembri uno spot alla Mulino Bianco che
produce il simil pan carrè con cui abbiamo preso a far colazione la mattina
rimpiazzando i biscotti plasmon (biscotti tanti!), ma Pumino è entusiasta di
mangiarsi le fette sopracitate, spalmate di burro e marmellata. A dire il vero,
Pumino aprezza tante cosa a tavola. A differenza della sorella che è molto
selettiva e storce sempre il naso, è un buongustaio, dà soddisfazione e
gratifica chi è di corvè ("Mamma, tu sei brava cuoca!"). Sabato sera
lui e la Pupette mi hanno aiutato (si fa per dire!) a fare le polpette. Il
nostro ha voluto che gli servissi quelle da lui assemblate e ha detto pure che da
grande vuole fare il cuoco per preparare polpette deliziose. Il cuoco ha dunque scalzato il pilota di elicottero nella hit parade delle professioni più ambite dal piccolo. Buona idea,
Pumino! Il food, alla fine, tira sempre... E' una necessità e un piacere. Dà
gioia nel prepararlo, nel guardarlo e nell'assaporarlo. Abbasso gli
inappetenti!
giovedì 30 agosto 2012
Visita in ufficio
Belli,
abbronzati, freschi di taglio di capelli, i miei pupetti, rientrati dalla
Valle, sono venuti a trovarmi in ufficio. Il piccolo chiedeva ripetutamente
della C., la mia capa tedesca, che, grazie ai miei racconti serali, incarna
nella sua immaginazione una sorta di "uomo nero", colei che cazzia la
mamma quando arriva in ritardo e non concede mai nulla, rispondendo un
inappellabile "nein" a ogni richiesta. Pumino, per la precisione, voleva venire da casa
con la sua spada di plastica e combattere con la C. per difendere le ragioni della
sua genitrice e riscattarla da tante umiliazioni. Ma arrivato sul luogo di
lavoro si è un po' intimidito ed è stato abbastanza facile sviarlo dai suoi
propositi. Si è limitato a gridare in faccia all'altra capa, il direttore del
giornale, che inavvertitamente l'ha chiamato piccolo: "Non sono piccolo,
sono grande!". Poi ha detto che aveva fame e voleva andare a mangiare la
pappa. Interpellato sui suoi gusti ha riferito alle colleghe che ama
particolarmente i raviolini e i pomodori. E con questo si è congedato.
martedì 28 agosto 2012
Quasi quasi mi ritiro in un alpeggio
Il ritorno alla realtà di
tutti giorni dopo le vacanze è sempre duro... Pare ci sia una specifica
sindrome da rientro, di cui scrivono giornali e riviste... Apprendo dal
Corriere online di oggi che ci sono anche tutta una serie di nuove patologie legate
allo stress di questi tempi di crisi e incertezze... E anch'io non mi sento
troppo bene... Tornare a Milano direttamente dalla Valle, dalla semplicità di
una vacanza nella casa di famiglia, da gite in montagna e merende con salame e
tomini e scoprire, con impatto improvviso e violento, che:
1. la gente prevarica e pretende (gli inquilini ti si insinuano in casa prima dell'inizio del contratto e dicono pure che l'appartamento ha un sacco di magagne);
2. il diritto e il sistema giudiziario italiano sono incomprensibili (mi tocca pagare una cifra per una causa promossa da alcuni condomini contro altri, di cui io non sapevo nulla: mi dovrò leggere le mille pagine di verbale dell'assemblea condominiale per non capire niente lo stesso e alla fine saldare le spese);
3. non ci si può fidare troppo neppure dei congiunti (mio marito, dopo ripetute richieste e solleciti di sgomberare il terrazzo nel mese di agosto - in cui era a casa da solo - non ha capito un'acca e ha portato in discarica lo scatolone con i giocattoli che andavano a un'associazione e lasciato sul balcone lo scatolone che andava in discarica). Mi sento male e questo è solo l'inizio! Beati i miei che sono ancora sui monti!
1. la gente prevarica e pretende (gli inquilini ti si insinuano in casa prima dell'inizio del contratto e dicono pure che l'appartamento ha un sacco di magagne);
2. il diritto e il sistema giudiziario italiano sono incomprensibili (mi tocca pagare una cifra per una causa promossa da alcuni condomini contro altri, di cui io non sapevo nulla: mi dovrò leggere le mille pagine di verbale dell'assemblea condominiale per non capire niente lo stesso e alla fine saldare le spese);
3. non ci si può fidare troppo neppure dei congiunti (mio marito, dopo ripetute richieste e solleciti di sgomberare il terrazzo nel mese di agosto - in cui era a casa da solo - non ha capito un'acca e ha portato in discarica lo scatolone con i giocattoli che andavano a un'associazione e lasciato sul balcone lo scatolone che andava in discarica). Mi sento male e questo è solo l'inizio! Beati i miei che sono ancora sui monti!
venerdì 20 luglio 2012
L'ultimo post prima delle vacanze (mie)
I vacanzieri della prima ora (Pupette, Pumino e il loro
papà) torneranno dal mare domani sera. Il giorno successivo andremo in
montagna, dove inizieranno le mie vacanze con i pupi, mentre il papà ritornerà
al lavoro: è la legge dell'alternanza e soprattutto l’unico metodo per
"coprire" il periodo più lungo possibile della interminabile estate
senza scuole. Farò la mamma a tempo pieno, tra giochi in giardino e salti sui
tappeti elastici al parco. Quest'anno però vorrei anche fare qualche gita nei
dintorni: spatellato Pumino è tutto più facile. Sfrutteremo le conoscenze di
nonno Lovi in fatto di posti da cartolina per goderci la natura e la quiete
delle vette. E la sera, bimbi miei, a letto presto. La mamma ha intenzione di
darsi alla lettura, per svagarsi un po' dal mestiere di genitrice vissuto intensamente
nel prossimo mese. Buone vacanze!
venerdì 13 luglio 2012
Un altro giro di giostra
Stasera
li raggiungo! Hai voglia a dire che è bello stare un po' da soli, in silenzio e
totale libertà. Ma a poco a poco il vuoto della casa inanimata si trasforma in una
strisciante sensazione di inutilità e apatia, senza i tuoi cari dentro. In questi giorni ho rimosso il sentimento ma ora, che mancano poche ore al riavvicinamento, non lo trattengo più: mi
mancano i miei! Il profumo buono di Pumino, la sua pelle morbida e le manine
che mi tastano compulsivamente il viso alla ricerca di affetto e
rassicurazione. L'entusiasmo, il buon senso e il sorriso della Pupette. Stasera
tardi ci riuniamo. Cercheremo di goderci questi due giorni due insieme.
Giocheremo con la sabbia, faremo il bagno e la sera andremo alle giostrine, che
pare siano la nuova passione di Pumino. La sorella, che dai due anni ai cinque circa ne è stata un'assidua frequentatrice, nonché una professionista del codino, l'ha iniziato alla
caccia al pennacchio che vale un giro gratis e adesso chi lo ferma più! Ci si
prospettano ancora due/tre anni di serate al mare tra le luci e i colori dal sapore vagamente liberty della storica giostrina di
A., a indovinare se i bimbi hanno acchiappato il trofeo dall'espressione dipinta sul viso, quando ricompaiono alla vista, dopo l'ennesimo giro.
mercoledì 11 luglio 2012
Alleggerimento
Ci si
sente meglio. Più leggeri e anche un po' meno impreparati all'idea di dover fare un trasloco. In questi giorni, a casa da sola, sto affrontando uno
dopo l'altro gli armadi e il ciarpame che ci abbiamo ficcato dentro negli
ultimi anni, al fine di buttare quello che non serve più e alleggerici in vista
del trasferimento nella nuova casa. Anche se faccio un po' fatica a liberarmi
delle cose (per indole o forse per imprinting famigliare penso sempre che gli
oggetti magari potrebbero tornare utili un domani... "non si sa
mai!", diceva la mia nonna Tina, fantasiosa sostenitrice del
recupero e della seconda vita di abiti, accessori e complementi), il bilancio
delle prime due serate passate a gettar via roba è comunque cospicuo e mi dà
euforia: tre sacchettoni di vestitini smessi da Pumino (che non ti pare neanche
vero che un bambino così piccolo possa già aver avuto tanti capi di
abbigliamento), un sacchetto relativo al guardaroba di Pupette e un'altro al mio,
anche se, su questo fronte, potevo dare sicuramente di più, confesso. Dentro il
mio armadio ci sono infatti diverse cose che non mi vanno più bene, ahimè, ma come si
fa a buttarle? Mi piaciono, ci sono affezionata e poi l'inconfessata
speranza di poterci rientrare è dura a morire. Più facile puntare sul fatto
che tra qualche anno possano interessare a Pupette, ma dubito. Dalla cucina è
uscito invece un bel cartone di biberon, vasetti, tapper e accessori vari che
mai useremo più, mentre altre cose che giacevano in fondo ai pensili sono state
diligentemente lavate, allo scopo di rimetterle in circolo. Che brava massaia! Sul
treno per andare al lavoro stamattina ho incontrato una mia conoscente, anche lei in questi giorni mamma sola in città. Pare che anche lei dedichi le sue serate
al riassetto della casa e che si aggiri senza requie tra le pareti domestiche
alla ricerca di dare il giusto posto a ogni cosa. Manie d'estate di chi è
abituato a trottare sempre per la famiglia! Anche quando la famiglia è in
vacanza!
lunedì 9 luglio 2012
Eccoli qua, tutti e due al mare
Eccoli qua, tutti e due al mare. Nel momento post bagno in
cui riusciamo a tenerli fermi sui lettini per qualche minuto. E' praticamente
la sola foto che ho scattato nel weekend: quando erano in movimento, era troppo
dura riuscire a inquadrarli!
venerdì 6 luglio 2012
La telefonata
Ieri sera
abbiamo dovuto assolutamente passare a Pupette Pumino al telefono. Pare che la
ragazza si lamentasse con i nonni al mare del fatto che erano due giorni che
non sentiva via cavo il suo fratellino. E te credo: intorno alle 20.30, ora
della telefonata canonica, Pumino se la dormiva, sfinito da una giornata di
giochi non stop nel clima torrido e umido di città! Comunque ieri sera il
piccolo ha impugnato la cornetta e detto cose molto appropriate e competenti alla sorella,
del tipo: "Ciao Pupette, tutto bene?", "Sei pronta
che adesso arrivo anch'io al mare?", "Sei con i nonni?",
"Hai fatto il bagnetto?". Pupette evidentemente raccontava del mare e
Pumino se la rideva divertito. Tuttavia, quasi alla fine della conversazione,
osservando la tavola ancora apparecchiata davanti a noi, Pumino ha avuto un
lampo di genio (glielo si è visto negli occhi) e per controbattere alle meraviglie narrate dalla
sorella ha proferito: "Però tu stasera non hai
mangiato i mirtilli!".
mercoledì 4 luglio 2012
Mi manca la Pupette
Durante le telefonate della sera è contenta. Dice che si diverte. Soprattutto da quando si è trovata con l'A., la sua amichetta del cuore della scuola materna, anche lei in vancanza al mare nella stessa località. Mi ha detto che sono state al parchetto, in spiaggia (dove hanno fatto un buca enorme, trovato l'acqua e messo i piedi a mollo) e pure a uno spettacolo serale per bambini nella piazza del Comune. Insomma è in vacanza e si diverte, la mia Pupette. Eppure tramite il cellulare della nonna mi ha mandato un messaggio dolcissimo. Anch'io Pupette vorrei essere con te, condividere le tue gioie marine... Invece sono inchiodata al lavoro in città, che quando viene l'estate è ancora più noioso e opprimente... Che solenne rottura di palle... Ne varrà la pena per un misero stipendio e una supposta indipendenza economica, che nella realtà dei fatti si traduce unicamente nella dipendenza estiva da camp, nonni e tate e nella lontananza dai tuoi figli? Non so... Sono troppo valtellinese, calvinista e attaccata alla cadreghina che mi sono duramente con conquistata per chiedermelo veramente... Ma a quale costo? La mamma di A. si gode la figlia al mare... E io rosico e mi sento fragile! Mi manca la Puppette, il suo entusiasmo, la sua vivacità e la sua sicurezza... Nella foto la bimba al mare qualche anno fa.
lunedì 2 luglio 2012
Senza freni
I bimbi questa settimana sono stati separati. Pupette è al
mare con i nonni. Pumino a casa a schiattare di caldo con nonna D., venuta
dalla valle apposta per curarlo e non costringerlo lontano da mamma e papà
(Pumino, come tutti i maschietti, è pittosto mammone e ancora non ha affrontato
soggiorni senza genitori al seguito). I due però si cercano. Pupette chiede di
parlare con lui quando la chiamiamo al telefono e la prima cosa che ha detto
Pumino stamattina appena sveglio è stata: "Cosa fa la Pupette?". Tuttavia,
il piccolo non ha disdegnato di trascorre il suo primo weekend da figlio unico
in montagna. Anzi, era pittosto compiaciuto. Tutte le attenzioni per sé, senza
alcuna interferenza da parte della sorella, sempre così agitata, attenta al
computo del tempo riservato all'uno e all'altro da parte degli adulti e pronta
a offendersi per la minima disparità di trattamento. E che diamine?!? Se mi piace
fare le coccole con la mamma, deve aver pensato Pumino, perché dobbiamo porci
sempre dei limiti? E così, finalmente liberi dalla supervisione pupesca, io e Pumino
non abbiamo conosciuto freni!
giovedì 28 giugno 2012
Mister No, si salvi chi può!
Ci siamo.
Pumino dev'essere entrato in quella simpatica fase, in cui la personalità del bambino richiede continuamente di
mettersi alla prova e affermare se stessa attraverso un secco no a praticamente
tutte le richieste e le proposte che vengono fatte. "Pumino, vestiamoci che
dobbiamo uscire...". "No". "Su, andiamo a tavola ora".
"No". "Perché non vieni qui a giocare con noi?".
"No". Che gradevole scambio! Per fortuna, lasciandolo un po' nel suo
brodino, facendogli capire cioè che non tutto gira intorno a lui e che a volte
è meglio scendere a più miti consigli, dovrebbe stemperarsi l'assolutismo e il dispotismo del piccolo. Certo che se pensavamo di avere a
che fare con un cherubino biondo, dai modi sempre affettuosi, garbati e
delicati, dobbiamo proprio ricrederci... Mister No è in azione e si salvi chi
può! Inoltre un'altra frase che ricorre nel suo vocabolario in questo periodo è: "Non è giusto però!". Un'affermazione di chiaro disappunto per le cose che gli vengono dette di fare, che sicuramente deve aver mutuato dalla sorella, a cui lo spirito polemico e pure un po' di ribellione non manca. Che bella coppia di teste dure! Per fortuna anche Pumino sa bene che in famiglia: "Io ho la testa dura, Pupette ha la testa dura, la mamma ha la testa dura ma il papà ha la testa più dura di tutti". E il principio di autorità, almeno per il momento, è salvo.
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